Cinque in tutto gli indagati.
Secondo quanto emerso dalle indagini, nello loro qualità di amministratori di fatto e di diritto di una società dichiarata fallita nel settembre 2020, avrebbero sottratto alla disponibilità della procedura fallimentare i libri, i registri e le altre scritture contabili previste dalla legge al fine di creare pregiudizio ai creditori, nonché distratto dalle casse sociali oltre 660mila euro, in gran parte utilizzati per fini personali, provocando il dissesto della società e un passivo fallimentare di oltre 1,4 milioni, riferito a debiti nei confronti di dipendenti, Erario e fornitori.
I finanzieri di Modena hanno ricostruito operazioni di autoriciclaggio per complessivi 150mila euro, poste in essere attraverso il trasferimento del provento illecito derivante dei reati fallimentari contestati in altre attività economiche ovvero a favore di altre società dello stesso gruppo imprenditoriale.
Al leader di “IoApro” i finanzieri hanno sequestrato beni mobili ed immobili, conti correnti e disponibilità finanziarie per 900mila euro.
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