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Fonte immagine. Sicilia Agricoltura

Blocco dei tir e conseguenze su filiera agricola, Passanisi (Coldiretti Catania): “Così si perdono tanti soldi, le soluzioni ci sono”

Il presidente di Coldiretti Catania, Andrea Passanisi, spiega le sue posizione riguardo al blocco dei tir, ma anche quali sono le soluzioni per colmare il gap con gli altri paesi.

Pubblicato il 23 Febbraio, 2022

La questione relativa al blocco dei tir da parte degli autotrasportatori in Sicilia, che ancora prosegue al casello di San Gregorio dell’autostrada A18 Messina-Catania e che ha come suo epicentro la protesta per il caro benzina per il gasolio e il costo dei pneumatici e dell’energia, coinvolge anche il comparto agricolo riguardo soprattutto alle esportazioni dei prodotti dell’Isola non solo in Italia, ma anche in altre parti del mondo. Diversi prodotti, non solo quelli agricoli, ma anche quelli lattiero-caseari, rischiano infatti di rimanere bloccati all’interno dei magazzini proprio a causa del blocco degli autotreni, anche se le rogne derivanti dall’aumento dei prezzi per coloro che trasportano la merce non sono certamente indifferenti.

Il presidente della Coldiretti di Catania, Andrea Passanisi, ha spiegato a noi quali sono i danni causati da questo blocco e dal caro bollette e anche quale è la posizione specifica dell’associazione riguardo al blocco dei tir nei caselli autostradali, che non è legalmente riconosciuto. Le soluzioni per rimediare al gap con gli altri paesi certamente non mancano.

Ci dia una panoramica delle conseguenze del blocco per le aziende agricole siciliane.

“Questo blocco rappresenta un problema serio e devastante. Già l’anno scorso avevamo lanciato un grido d’allarme sull’aumento delle materie prime. Quest’anno a ciò si è aggiunto il rincaro dei prezzi e delle bollette della luce, del gas e soprattutto del gasolio. Lo sciopero organizzato dagli autotrasportatori io non lo condivido assolutamente perché comporta conseguenze devastanti da un punto di vista economico. Non c’è garanzia né di carico né di scarico, c’è un lucro cessante, si perde una vendita e c’è anche un deperimento della merce. Alcune Grandi Distribuzioni Organizzate possono rallentare gli ordini, mentre gli altri vanno a cercarsi il prodotto fuori dall’Italia e così aumentano il gap e la concorrenza. Ripeto, lo sciopero non lo condivido assolutamente, condivido una mobilitazione come quella fatta la scorsa settimana, un corteo legalmente autorizzato, ma il blocco degli snodi autostradali ai caselli è devastante per tutta la filiera, per le aziende agricole stesse, che stanno perdendo soldi e stanno anche correndo il rischio, oltre che di non caricare e di non vendere, anche di lasciare i loro collaboratori a casa, perché se non lavori quel giorno non chiami i collaboratori a supporto”.

Quanto influisce il caro energia sull’esportazione dei prodotti nostrani sia per i produttori che per gli autotrasportatori?

“Il caro energia, le bollette salate, l’aumento del gasolio e delle materie prime stanno influenzando negativamente la nostra vita quotidiana. Lo spaccato della realtà è che i costi sono altissimi, che la situazione è ingestibile e abbiamo fatto una mobilitazione per denunciare ad alta voce il momento di crisi e disagio che stiamo vivendo. Ma bloccare le autostrade è un’altra cosa e lo sciopero non lo condivido sia da presidente che da imprenditore agricolo, anche perché da diversi giorni che non sto caricando e che non sto garantendo ai miei collaboratori una giornata lavorativa continua e questo è davvero lo spaccato di realtà. Ho parlato con gli imprenditori, con gli agricoltori di tutti i comparti del settore agricolo che stanno vivendo questo momento di crisi perché i costi sono troppo alti e non hai una soddisfazione economica nella vendita. Bisogna semplicemente dialogare con le associazioni di categoria e con le istituzioni. Questo è l’aspetto fondamentale affinché poi ci sia un risultato, un risvolto concreto”.

Quale può essere secondo voi la soluzione e come possono essere utilizzati in tal senso i fondi del Pnrr?

Per i fondi del Pnrr l’aspetto essenziale da prendere in considerazione è un gap infrastrutturale impressionante, soprattutto da un punto di vista logistico, tra l’Italia e i paesi esteri. Spedire costa sempre sempre di più e quello che la Coldiretti ritiene opportuno è un investimento sulle infrastrutture. Stiamo vivendo un momento di crisi per via di tutti gli aumenti e lo sciopero sta paralizzando la filiera commerciale. Sono quattro giorni che questo sciopero va avanti, nessuno è felice del rincaro, dell’aumento della bolletta e delle materie prime, ma ci sono mille modi per poter raccontare il nostro malcontento e la nostra quotidianità, che è messa a dura prova. Così però si stanno soltanto perdendo veramente tanti soldi”.

Fonte immagine: Sicilia Agricoltura

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