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Botticelli, l’inquietudine e la bellezza: presentata a Firenze l’ultima monografia di Menarini dedicata all’artista simbolo del Rinascimento italiano

presentata a Firenze l’ultima monografia di Menarini dedicata all’artista simbolo del Rinascimento italiano

Pubblicato il 14 Maggio, 2023

Firenze, 14 maggio. Artista di successo, interprete sensibile della cultura dei suoi giorni e autore di opere straordinariamente attuali. Maestro di bellezza, con le sue “Veneri” ha stabilito inconsapevolmente un canone di perfezione che si avvicina molto a quello dei giorni nostri. Ma anche figura misteriosa e inquieta: nonostante la sua fama senza tempo i suoi quadri nascondono tuttora misteri difficili da svelare. Dopo sessant’anni, Sandro Botticelli torna nella collana d’arte del Gruppo Menarini con una monografia inedita presentata oggi, a Firenze, nel Salone di Apollo di Palazzo Pucci, alla presenza dell’autrice, Cristina Acidini, già soprintendente dei musei d’arte di Firenze e oggi presidente dell’Opera di Santa Croce e di altre prestigiose istituzioni fiorentine.

La monografia ci riporta nella Firenze della seconda metà del Quattrocento, nella tintoria di Mariano Filipepi, padre di Botticelli. È lì che il giovane Sandro, affascinato probabilmente dai colori utilizzati ogni giorno nella bottega di famiglia, si avvicina allo studio delle arti. Le poche testimonianze disponibili lo presentano come un uomo incline all’ironia, al sarcasmo e alla beffa, nel pieno spirito fiorentino dell’epoca. Animo tormentato dal temperamento inquieto, rifiuta categoricamente di prendere moglie, ma dichiara amore eterno a Firenze che non abbandona mai, se non per poche e brevi trasferte di lavoro. Con acuta sensibilità d’uomo e d’artista, registra il cambiamento della sua città, dai trionfi carnevaleschi di Lorenzo de’ Medici alle processioni penitenziali di Savonarola. Come artista, ha la capacità unica di adattarsi al mutare della sua epoca, mettendo in scena anche figure tormentate e dal cromatismo più cupo, come il Compianto sul Cristo morto o la Pala delle Convertite, lontanissime dall’armonia e dalla grazia della Nascita di Venere e La Primavera. E proprio queste due opere, con le loro innumerevoli variazioni e reinvenzioni, rendono Botticelli ancora oggi un artista estremamente popolare, ma non per questo un soggetto di studio meno interessante.

La presentazione del Volume d’Arte su Botticelli a Palazzo Pucci a Firenze

Non sono poche, infatti, le controversie sulla cronologia e sull’interpretazione di molti dipinti botticelliani, compresi i più famosi. I restauri e le sofisticate indagini diagnostiche, infatti, portano costantemente a galla nuovi elementi che generano spunti di dibattito tra gli specialisti del settore.

Cristina Acidini: “Questo straordinario artista torna nella collana Menarini con una seconda monografia, che tiene conto delle novità emerse negli oltre sessant’anni trascorsi, grazie ai nuovi documenti ritrovati e alle nuove interpretazioni”

Questo straordinario artista torna nella collana Menarini con una seconda monografia, che tiene conto delle novità emerse negli oltre sessant’anni trascorsi, grazie ai nuovi documenti ritrovati e alle nuove interpretazioni, specialmente riguardanti i suoi dipinti più suggestivi e misteriosi. Inoltre, le indagini scientifiche coincidenti con i restauri di molte sue opere hanno arricchito la conoscenza della sua pittura raffinata e versatile – ha dichiarato Cristina Acidini – Botticelli infatti è stato fra i più autentici interpreti della cultura della sua epoca, rispecchiando i profondi cambiamenti della società in cui ha vissuto, nella Firenze dominata prima da Lorenzo il Magnifico in un periodo di lieta fioritura culturale, poi da fra’ Girolamo Savonarola in anni di turbato riformismo religioso. Per questo è divenuto il pittore “simbolo” del Rinascimento, con i suoi splendori e le sue inquietudini.”

Il volume d’arte su Botticelli impreziosisce la prestigiosa collana d’arte del Gruppo Menarini nata nel 1956 per celebrare la bellezza del nostro Paese attraverso i grandi maestri della pittura italiana.

Lucia e Alberto Giovanni Aleotti: “Valorizzare i grandi artisti italiani e farli conoscere anche ai più giovani”

La collezione d’arte Menarini vuole valorizzare i grandi artisti italiani e farli conoscere anche ai più giovani – hanno detto Lucia e Alberto Giovanni Aleotti, azionisti e membri del Board di Menarini – Scoprire Botticelli con le sue inquietudini dietro la meraviglia dei suoi quadri più noti rende questo artista molto vicino al sentire contemporaneo”.

Nel corso degli anni, la vocazione artistica del Gruppo Menarini è cresciuta e si è evoluta con il progetto multimediale Menarini Pills of Art. Si tratta di brevi video pillole in cui esperti del settore raccontano aneddoti e curiosità delle opere protagoniste dei volumi Menarini. Finora sono stati pubblicati circa 700 video, per un totale di decine di milioni di visualizzazioni, disponibili sul canale Youtube di Menarini in 8 lingue. All’interno del canale, aggiornato mensilmente con nuovi contenuti, sono stati pubblicati recentemente i video delle opere più celebri di Botticelli, ma anche L’Adorazione dei Magi di Leonardo, La Madonna delle Cave di Mantegna e Il Bacco di Caravaggio.

Nella foto d’apertura: Nicola Armentano (Consigliere Città Metropolitana di Firenze); Lucia Aleotti (Azionista e Membro del Board di Menarini); Cristina Acidini (Autrice del Volume d’Arte Menarini su Botticelli); Eric Cornut (Presidente Gruppo Menarini); Eugenio Giani (Presidente Regione Toscana); Elcin Barker Ergun (Amministratore Delegato Gruppo Menarini); Alberto Giovanni Aleotti (Azionista e Membro del Board di Menarini); Carlo Colombini (Membro del Board di Menarini)

Le Menarini Pills of Art sono disponibili al link: https://www.menarini.com/it-it/news/menarini-pills-of-art

La vita e le opere di Sandro Botticelli

Alessandro Filipepi detto Sandro Botticelli nasce nel 1445 a Firenze, nei pressi della chiesa d’Ognissanti, nel quartiere di Santa Maria Novella.

Nel 1458, il padre Mariano Filipepi dichiara al catasto di avere quattro figli, tra cui Sandro, che aveva tredici anni. Vasari scrive che Sandro in quel periodo era allievo di un orefice chiamato “Botticello”, ma probabilmente il nome lo acquisisce dal fratello Giovanni, primogenito, più grande di lui di ventiquattro anni.

Nel 1464 la famiglia Filipepi si trasferisce in via Nuova d’Ognissanti, oggi via del Porcellana, nel quartiere di Santa Maria Novella. Sandro si forma nella pittura e nel disegno nella bottega del frate carmelitano Filippo Lippi.

Si considera del 1465 la prima opera di Botticelli, la Madonna col Bambino e un angelo.

Nel 1472, invece, l’artista si iscrive alla Compagnia dedicata a San Luca, che riuniva i pittori.

Nel 1475 esegue il primo di molti lavori per Lorenzo e Giuliano de’ Medici: uno stendardo con Pallade armata e Cupido legato (perduto), che Giuliano reca nella giostra in Santa Croce il 29 gennaio 1475 (1474 per il calendario fiorentino).

Dal 1481 al 1482 compie la sua unica trasferta romana, al servizio di Sisto IV con Cosimo Rosselli, Domenico Ghirlandaio e Pietro Perugino per dipingere sulle pareti della cappella Sistina in Vaticano.

Vari elementi inducono a pensare che Botticelli, nell’estate del 1482, al suo rientro nel capoluogo toscano, dipinga la Primavera, alla cui lavorazione, probabilmente, aveva iniziato prima di raggiungere Roma.

Nel 1489 viene retribuito per l’Annunciazione, già nella Cappella di Guardi nella chiesa di Cestello, l’attuale Santa Maria Maddalena de’Pazzi.

L’anno seguente riceve l’incarico di eseguire la Pala di San Marco dall’Arte di Por Santa Maria o della Seta per l’altare di Sant’Eligio nella Chiesa di San Marco.

Nel 1491, Botticelli entra a far parte della commissione di artisti e cittadini costituita per pronunciarsi sui progetti per il completamento della facciata arnolfiana di Santa Maria del Fiore. Il 18 maggio dello stesso anno, al pittore viene conferito l’incarico di decorare a mosaico la volta della cappella di San Zanobi, progetto rimasto incompiuto con la morte di Lorenzo il Magnifico.

Nel 1497, Botticelli è chiamato a dipingere gli affreschi, che sono stati perduti, nella villa dell’Olmo a Castello e comincia ad illustrare la Divina Commedia su un codice pergamenaceo su committenza di Lorenzo di Pierfrancesco de’Medici.

Nel 1501, il 24 marzo, termina, la Natività mistica (oggi alla National Gallery di Londra), che resta l’unica opera durata e datata dall’artista.

Nel 1504, infine, viene incluso tra i rappresentanti della commissione incaricata di scegliere la collocazione migliore per il David di Michelangelo e un anno dopo, stipula un contratto con la compagnia di Santo Spirito a Montelupo per una tavola con 13 figure e l’apparizione dello Spirito Santo.

Sandro Botticelli muore a sessantacinque anni ed il 17 maggio 1510 è sepolto nel cimitero della chiesa di Ognissanti nella tomba di famiglia.

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