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Brasile, 400 arresti e sgomberi: qual è la situazione dopo l’assalto

In Brasile la polizia militare e l’esercito hanno sgomberato dai manifestanti il Palazzo del Congresso, la Corte Suprema e il palazzo presidenziale di Planalto dai manifestanti. Le forze dell’ordine hanno arrestato almeno 400 persone.

Pubblicato il 9 Gennaio, 2023

In Brasile la polizia militare e l’esercito hanno sgomberato dai manifestanti il Palazzo del Congresso, la Corte Suprema e il palazzo presidenziale di Planalto dai manifestanti. Le forze dell’ordine hanno arrestato almeno 400 persone.

La polizia militare e l’esercito hanno sgomberato, in serata, il Congresso, la Corte Suprema e il palazzo presidenziale di Planalto dai manifestanti accampati che non riconoscono l’elezione del presidente Luiz Inacio Lula da Silva.

Lo sgombero

Almeno 400 persone sono state arrestate con l’accusa di avere assaltato alcuni edifici governativi a Brasilia. Nel corso di una notte di follia i manifestanti hanno bloccato autostrade e strade federali in almeno quattro stati. Lo stato del Mato Grosso è stato il più interessato dalle proteste dei sostenitori dell’ex presidente Jair Bolsonaro.

I bolsonaristi, tra l’altro, hanno anche rubato armi conservate nel gabinetto di sicurezza istituzionale, nel palazzo presidenziale di Planalto. Il ministro delle Comunicazioni sociali, Paulo Pimenta, così come ha mostrato un video.

L’incontro dei ministri

Secondo quanto è stato riportato dal quotidiano Folha de S. Paulo, l’esercito brasiliano avrebbe inizialmente impedito alla polizia l’ingresso a Brasilia nell’area dove erano accampati molti supporters dell’ex presidente Bolsonaro. I militari hanno sbarrato la strada con carri armati agli agenti che volevano entrare nella zona dove sono accampati gli autori dell’attacco.

Il caos che si è generato ha fatto temere uno scontro tra i ministri Josè Mùcio (Difesa), Flàvio Dino (Giustizia) e Rui Costa (Casa civile) con il comandante della Esercito, Jùlio Cèsar Arruda, nel Comando Militare di Planalto per decidere sullo sgombero dei manifestanti accampati a Brasilia.

Una calma “apparente”

Dopo alcune ore però, il segretario esecutivo del ministero della Giustizia brasiliano, Ricardo Cappelli, appena nominato dal presidente Inacio Lula a capo dell’intervento federale, ha spiegato che la situazione a Brasilia è “sotto controllo”. “Tutto sarà debitamente indagato. I criminali continueranno a essere identificati e puniti”, ha scritto sui social.

In base al decreto emanato nella notte da Cappelli, alle dirette dipendenze del capo dello Stato, potrà adottare “tutte le misure necessarie di ordine pubblico” per reprimere la rivolta che ieri notte ha portato all’irruzione dei supporters di Bolsonaro nelle tre principali istituzioni democratiche del Paese.

Il giudice della Corte Suprema brasiliana, Alexandre de Moraes, ha rimosso per 90 giorni il governatore della regione di Brasilia, Ibaneis Rocha. Su richiesta dell’Avvocatura Generale dell’Unione, Moraes ha ordinato alle società di telecomunicazioni di tenere registri di connessione e geolocalizzazione degli utenti presenti in Praça dos Três Poderes.

“Determinare le società di telecomunicazioni, in particolare i fornitori di servizi mobili personali, per conservare registri di connessione sufficienti per un periodo di novanta giorni per definire o identificare la geolocalizzazione degli utenti che si trovano nelle vicinanze di Praça dos Três Poderes e della sede del Distretto Federale per determinare la responsabilità sulle date dei fatti criminosi”, ha detto Moraes, secondo quanto ha riportato la Cnn. Inoltre, Moraes, ha anche imposto ai social Facebook, Twitter e TikTok di bloccare la propaganda golpista.

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