Pubblicato il 24 Ottobre 2025
Un passo avanti per i diritti dei pazienti
Arriva finalmente il buono digitale nazionale che permetterà alle persone affette da celiachia di accedere ai prodotti senza glutine in qualsiasi regione italiana, e non più soltanto in quella di residenza.
Un cambiamento atteso da anni che, come sottolinea Rossella Valmarana, presidente dell’Associazione Italiana Celiachia (AIC), rappresenta “un’agevolazione fondamentale per chi viaggia per studio, lavoro o turismo”.
Questa novità, inserita nella legge di bilancio, è il frutto di una lunga battaglia portata avanti da AIC per il riconoscimento pieno dei diritti dei celiaci. Fondata nel 1979 da genitori di bambini affetti dalla malattia, l’Associazione ha da sempre rivendicato la possibilità di usufruire della terapia alimentare senza glutine su tutto il territorio nazionale, come previsto dai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).
Il diritto alla terapia senza glutine
La fornitura gratuita di alimenti gluten free è garantita dai LEA attraverso un buono mensile di spesa per i celiaci. Il primo riconoscimento risale al decreto del 1° luglio 1982, seguito dal decreto ministeriale dell’8 giugno 2001, che ha stabilito i tetti di spesa in base a sesso ed età.
Il nuovo sistema di “circolarità dei buoni digitali” segna un’evoluzione importante. Come spiega la senatrice Elena Murelli (Lega), “si tratta di un punto centrale del disegno di legge n. 623”.
Fino ad oggi, chi si spostava per lunghi periodi doveva portare con sé scorte di alimenti senza glutine, spesso con costi aggiuntivi e limitazioni pratiche. Con la nuova misura, sarà invece possibile utilizzare il proprio buono in qualunque regione, grazie a un codice personale digitale.
Per finanziare l’iniziativa, sono stati stanziati 2 milioni di euro per il 2026 e 1 milione di euro per il 2027.
I vantaggi della digitalizzazione
La digitalizzazione del buono è già completata in tutta Italia e rappresenta un passo avanti decisivo.
Come sottolinea Valmarana, “passare al formato digitale significa aumentare il potere d’acquisto dei pazienti, consentendo loro di comprare i prodotti in farmacie, negozi specializzati o supermercati, riducendo al tempo stesso i costi amministrativi e garantendo una rendicontazione trasparente e automatica”.
Affinché il sistema diventi operativo, la legge dovrà essere approvata definitivamente dal Parlamento e sarà necessario un decreto attuativo condiviso tra il Ministero della Salute e quello dell’Economia. L’AIC ha ribadito la propria disponibilità a collaborare con le istituzioni per rendere la misura effettiva il prima possibile.
Celiachia: una malattia cronica e autoimmune
Definita una “malattia sociale” dalla legge n. 123 del 2005, la celiachia è una patologia infiammatoria cronica dell’intestino scatenata dall’assunzione di glutine in soggetti geneticamente predisposti.
Solo il 3% delle persone predisposte sviluppa effettivamente la malattia, che può manifestarsi con sintomi molto variabili: dalla diarrea cronica e perdita di peso alle forme atipiche con affaticamento, dolori articolari, anemia o disturbi cutanei.
La diagnosi si effettua tramite analisi del sangue per la ricerca di specifici anticorpi e biopsia dell’intestino tenue, eseguite mentre il paziente segue ancora una dieta contenente glutine.
L’unica cura oggi disponibile è una dieta rigorosamente senza glutine da seguire per tutta la vita.
I numeri della celiachia in Italia
Secondo l’ultima Relazione al Parlamento sulla Celiachia (2024), in Italia sono 265.102 le diagnosi accertate, di cui il 70% donne. La Lombardia è la regione con il maggior numero di casi (49.278, pari al 18,6% del totale).
La prevalenza media nazionale è dello 0,45%, con valori più alti in Valle d’Aosta (0,57%), Trento (0,56%) e Umbria (0,52%).
Gli esperti stimano tuttavia che la celiachia interessi circa l’1% della popolazione, con oltre 400.000 casi ancora non diagnosticati. Le diagnosi tardive possono aumentare il rischio di complicanze gravi, come malattie autoimmuni o linfomi intestinali.
Informazione e accessibilità: le nuove sfide
Oltre alla digitalizzazione, resta aperta la questione economica: i prodotti senza glutine, infatti, non sono esenti dagli aumenti di prezzo che interessano il mercato.
Per questo, AIC ha proposto di portare l’IVA sui prodotti gluten free allo 0%, seguendo l’esempio di altri Paesi europei.
La presidente Valmarana ricorda anche l’importanza di una corretta informazione, denunciando la diffusione di fake news sulla celiachia e sulla dieta senza glutine, spesso amplificate dai social network.
L’AIC, che ogni anno organizza la Settimana Nazionale della Celiachia (la prossima si terrà dal 9 al 17 maggio 2026), mette a disposizione un prontuario online e un’app mobile per orientarsi tra i prodotti idonei, oltre a una pagina FAQ dedicata a domande e dubbi dei pazienti.
Con la circolarità dei buoni digitali, la collaborazione istituzionale e una maggiore consapevolezza sociale, l’Italia compie un passo concreto verso una parità di diritti reale per le persone celiache.

