Il 21 marzo l’ad della Lega di Serie A, Luigi De Siervo, in un’intervista al Corriere della Sera diceva di “essere in attesa del provvedimento contro la pirateria, la piaga che depotenzia il nostro calcio”, aggiungendo che si tratta di “un’attività illegale gestita secondo le indagini da camorra e mafia e che ha causato una perdita di un miliardo in tre anni”.
Dopo 24 ore De Siervo ha potuto tirare un respiro di sollievo.
Il testo, si legge, “conferisce allo Stato il compito di riconoscere, tutelare e promuovere la proprietà intellettuale in tutte le sue forme, come strumento di stimolo dell’innovazione, della creatività, degli investimenti e della produzione di contenuti culturali, anche di carattere digitale. Lo Stato dovrà, quindi, tutelare il diritto d’autore da ogni violazione e da ogni illecito, compresi quelli perpetrati mediante l’utilizzo di reti di comunicazione elettronica. Assicura alle imprese, agli autori, agli artisti e ai creatori adeguate forme di sostegno, anche economico, per agevolare la produzione, la traduzione e l’internazionalizzazione delle opere dell’ingegno, prevede forme di responsabilizzazione nei confronti degli intermediari di rete, per rendere maggiormente efficaci le attività di contrasto della diffusione illecita e della contraffazione di contenuti tutelati dal diritto d’autore”.
Una conseguenza del provvedimento, che deve ancora essere sottoposto all’esame del Senato, è la crescita dei poteri per l’Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) che potrà ordinare ai fornitori di connessione Internet in tempi molto rapidi, anche entro mezz’ora, di disabilitare l’accesso a contenuti diffusi in maniera illecita adottando provvedimenti cautelari in via d’urgenza.
Tecnicamente ciò avviene attraverso il blocco della risoluzione DNS dei nomi di dominio e il blocco all’instradamento del traffico di rete verso gli indirizzi IP univocamente destinati ad attività illecite. Insomma, chi cerca di seguire una partita di calcio o un film su un sito pirata vedrà il programma oscurato e un avviso sullo schermo dell’eventuale segnalazione alle autorità. «Nell’ipotesi di contenuti trasmessi in diretta, il provvedimento è adottato, notificato ed eseguito prima dell’inizio o, al più tardi, nel corso della diretta stessa», si legge nel testo. L’Agcom provvederà a trasmettere alla Procura della Repubblica presso il tribunale di Roma l’elenco dei provvedimenti di disabilitazione adottati.
Secondo il provvedimento votato alla Camera, “chiunque abusivamente esegue la fissazione su supporto digitale, audio, video o audiovideo, in tutto o in parte, di un’opera cinematografica, audiovisiva o editoriale ovvero effettua la riproduzione, l’esecuzione o la comunicazione al pubblico della fissazione abusivamente eseguita, sarà punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni e con una multa da euro 2.582 a euro 15.493”.
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