E’ trascorso un mese da quando il brigadiere Sebastiano Grasso è stato ricoverato nell’Unità Spinale dell’Ospedale Cannizzaro di Catania. Un caso sconvolgente, quello del carabiniere ferito in una assurda sparatoria in quello che doveva essere un giorno di festa.
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Da allora silenzio sulle condizioni del militare colpito al collo da un proiettile sul sagrato della chiesa di Santa Maria degli Ammalati, frazione di Acireale, dove era intervenuto per sedare una rissa fra parenti di bambini che si apprestavano a ricevere la Prima Comunione.
Una rissa scoppiata per futili motivi, per l’assegnazione dei posti in chiesa tra i genitori separati. Grasso, intervenuto per placare gli animi, era fuori servizio, era lì perché il figlio si apprestava a ricevere il sacramento.
A sparare Camillo Leocata, il nonno di un bimbo, adesso in carcere con l’accusa di tentato omicidio e porto illegale di arma da fuoco.
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Abbiamo incontrato il direttore generale dell’azienda ospedaliera, Salvatore Giuffrida, per fare il punto della drammatica situazione.
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