Pubblicato il 19 Aprile, 2022
Si lancia nel vuoto dal terzo piano dell’ospedale di Casarano dove era ricoverato per la frattura di una caviglia. Per la morte di un 18enne originario di Manfredonia ci sono quattro indagati con l’accusa di omicidio colposo: due ortopedici, uno psichiatra e un infermiere in servizio al Giuseppe Ferrari
Si lancia nel vuoto dal terzo piano dell’ospedale di Casarano dove era ricoverato per la frattura di una caviglia. Per la morte di un 18enne originario di Manfredonia ci sono quattro indagati con l’accusa di omicidio colposo: due ortopedici, uno psichiatra e un infermiere in servizio al Giuseppe Ferrari. Il giovane era ospite in una struttura del Sud Salento, specializzata nel recupero di persone affette da disturbi psichiatrici. Qui seguiva un percorso terapeutico per curare i disagi che lo affliggevano da tempo.
E proprio all’interno del centro riabilitativo, il 15 aprile, il ragazzo riporta la frattura della caviglia. Tanto che i responsabili della struttura allertano il 118 e lui viene accompagnato nell’ospedale più vicino, quello di Casarano. Lì, però, la macchina dei controlli di un ragazzo con problematiche psichiatriche si sarebbe inceppata. A mettere nero su bianco le presunte negligenze di chi avrebbe dovuto vigilare sul ragazzo sono stati gli stessi genitori che, assistiti dall’avvocato Lorenzo Troiano, hanno presentato un esposto in Procura per ricostruire quanto accaduto in corsia in quelle ore.

Secondo la ricostruzione di parte, due medici in servizio nel reparto di Ortopedia di Casarano avrebbero chiesto una consulenza a un collega specialista per avere indicazioni sulle cautele da adottare per tutelare l’incolumità del ragazzo. Poco prima di finire in sala operatoria per la ricomporre la frattura, il diciottenne avrebbe chiesto di andare in bagno da dove si sarebbe lanciato nel vuoto morendo sul colpo. Chi ha tenuto in custodia il ragazzo avrebbe dovuto adottare qualche precauzione alla luce delle patologie psichiatriche di cui soffriva il ragazzo per scongiurare atti autolesionistici o peggio ancora un tentativo di suicidio?
Per rispondere ai dubbi sollevati dai familiari della giovane vittima, la pm della procura di Lecce, Giorgia Villa, ha aperto un’inchiesta conferendo un doppio incarico, nella mattinata di martedì 19 aprile: il medico legale Alberto Tortorella (affiancato dalla consulente di parte Francesca Negro) dovrà stabilire il nesso causale fra la caduta ed il decesso mentre allo psichiatra Domenico Suma è affidato il compito di accertare la sussistenza delle patologie che affliggevano la vittima. Gli indagati sono difesi dagli avvocati Luciano Bray e Luca Puce.
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