Catania primo piano

Catania e la fontana della città dei contrasti

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Ti coglie un fastidioso senso di vaghezza. Adesso più di prima. E’ per via della bellezza rinnovata della Fontana dei Malavoglia. Dissona col contesto. Siamo in piazza Giovanni Verga e Catania appare così, com’è da sempre, in chiaroscuro.

La città dei contrasti.

Ti guardi attorno e pensi che non sia possibile. Riaffiora a nuova luce uno dei monumenti caratteristici del capoluogo, ma è un’illusione.

Di giorno l’acqua che bagna il tragico affanno dei Malavoglia zampilla in mezzo a una distesa di macchine parcheggiate, in mezzo a una piazza che è posteggio dove convivono strisce blu e l’abusivo che affiora qui e là.

Di sera la fontana restaurata da poco inaugurata è circondata dalle tenebre.

Perché non è stata rinnovata l’illuminazione pubblica, nemmeno dove da tempo un palo è un lungo, inutile moncone privo delle luci, lasciando al buio una fetta consistente di un luogo che dovrebbe splendere.

Siamo nel cuore del salotto di Catania. C’è il Palazzo di Giustizia da un lato, uno degli alberghi più importanti dal lato opposto e la caserma del Comando provinciale dei carabinieri di Catania su un lato. Nel mezzo si allunga il Corso Italia, sul quale si affacciano immobili di prestigio, che sfocia sul lungomare.

Eppure è come vi documentiamo col video.

La pavimentazione grottescamente rattoppata. Rattoppi e dislivelli che fanno stagnare l’acqua piovana dove si dovrebbe posteggiare senza rischiare di inzaccherarsi uscendo dall’abitacolo.

Rifiuti abbandonati a mo’ di simulacro. Come a dire: si può tutto dove c’è abbandono.

Un sacchetto della spazzatura lasciato da qualcuno a pochi metri dall’ingresso dell’hotel è il ceffone dell’arrogante, dato così, per il piacere sadico di farlo, di farsi beffe di quel che c’è attorno. Di Catania in genere.

L’ingresso del bancomat di una banca è la casa di un senzatetto: c’è la scatola per l’elemosina, il giaciglio, i poveri oggetti accumulati.

C’è lui, il senzatetto, che senza luce nello sguardo guarda le luci effimere di una fontana che da vicino già mostra crepe. Appena restaurata e già col marmo sbeccato, una botola non si incastra bene nell’alloggio, rischi di inciamparci.

Catania è ancora così, anche quando ritiene di dovere festeggiare.

Ti abbaglia. Poi ti abitui. E apri gli occhi…

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Alessandro Sofia

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