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Catania e le risse da ghetto decivilizzato (VIDEO)

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Ormai sono la consuetudine.

All’improvviso il caos che si ciba di rabbia, frustrazione, disorientamento, educazione sbagliata, educazione assente.

Le risse a Catania sono più frequenti di quel che documentano i video che ciclicamente invadono i social e suscitano sorpresa, sgomento, rivelazione.

Ma non è così. Catania è un’arena da tempo.

Succede un po’ ovunque vi siano adolescenti e poco più che maggiorenni, nei cosiddetti luoghi della Movida etnea, sempre più sinonimo di giungla, di territori spogliati dalle regole.

Zone sempre più simili a piccoli ghetti illuminati dalle luci dei locali che vi si affacciano trasformati da un costante, drammaticamente fluido processo di decivilizzazione, il fenomeno originato dall’arretramento dello Stato, che fra le conseguenze ha la destrutturazione dello spazio pubblico e delle relazioni sociali nel centro cittadino. 

Ecco cosa succede a Catania.

Ma sembra non interessare.

Trionfano gli urlati “così è”, “così sono”; sottovoce il “così siamo”.

Visione, giudizio, rassegnazione.

E’ la cruda realtà analizzata e denunciata anche da chi la strada la vive, sulla strada rischia, sulla strada interviene e vorrebbe farlo meglio, con più efficacia. Quando un sindacato di polizia afferma, così come ha fatto in queste ore il Siap di Catania, che “Allarme movida,  Codice rosso, vandalismo sono temi sempre sono ricorrenti nel panorama della città di Catania  e che immancabilmente  riempiono ogni angolo della strada,  ma senza soluzioni da parte degli enti preposti”. E aggiunge: “Un abbandono della città, una inesistente politica di risanamento urbanistico, mancanza di regole, da aggiungere un corpo di polizia Municipale sott’organico e che fa miracoli”. E aggiunge: “Questo è uno spaccato della sicurezza catanese che è una materia di tutti e non di alcuni ne un mezzo per fare passerelle, ma uno sforzo collettivo anche dei cittadini che ogni giorno segnalano al 112 o su YouPol e che gli operatori della Polizia di Stato e dei Carabinieri affrontano quotidianamente, aggravata dalla situazione strutturale disastrosa che contraddistingue questa città”, vuole dire che la soglia di allerta è stata superata, del tutto, di molto, troppo.

Significa che bisogna reagire subito. Non con “le passerelle”, così come è sottolineato e rimproverato ai rappresentanti istituzionali responsabili della condotta dei cittadini a livello locale e nazionale.

Dire “sono delle bestie”, così come si commenta facilmente quando si diffondono immagini dell’ennesima rissa, è facile tentativo di distanziamento, di annullamento. Bisognerebbe chiedersi perché gruppi di giovani appartenenti a tutti gli strati sociali si trasformano in “bestie”, dov’è chi dovrebbe scongiurare il processo di trasformazione, cosa fa perché non si ripeta, perché non interrompe la decivilizzazione, che è una sconfitta, dolorosissima. Per tutti.

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Alessandro Sofia

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