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Charlie Kirk, influencer di destra e amico di trump: chi era il volto giovane del conservatorismo Usa

Pubblicato il 11 Settembre 2025

Dall’adolescenza alla fondazione di Turning Point

Per il mondo conservatore americano, Charlie Kirk era considerato un enfant prodige. A soli 18 anni aveva dato vita a Turning Point USA, un’organizzazione politica capace di radicarsi con centinaia di sedi in quasi tutti gli Stati e di coinvolgere oltre 250mila studenti tra liceali e universitari. Figura di punta del movimento MAGA tra i giovani, la sua morte lascia un vuoto profondo nella destra statunitense.

L’ascesa: articoli, associazioni e podcast

Il suo percorso politico inizia già al liceo, quando nel 2012 pubblica su Breitbart News un articolo in cui denunciava l’“indottrinamento” scolastico dei suoi coetanei tramite libri ritenuti troppo progressisti. Da lì a poco nasce Turning Point USA, la sua principale creatura, che in breve tempo si diffonde su tutto il territorio nazionale.

Parallelamente, Kirk diventa una voce sempre più influente grazie al suo podcast, The Charlie Kirk Show, stabilmente nella top 20 dei più ascoltati negli Stati Uniti, con oltre 500mila download giornalieri. La sua presenza sui social era imponente: 7,5 milioni di follower su Instagram e 7 milioni su TikTok. Oltre al web, contribuiva al dibattito con libri come La dottrina Maga e Right Wing Revolution.

L’appoggio a Trump e il peso nelle elezioni

Il ruolo di Kirk nella destra americana è stato confermato dalle parole di Donald Trump, che nel messaggio di cordoglio lo ha definito “la persona che meglio sapeva parlare al cuore dei giovani americani”.

Il sostegno all’ex presidente non era solo ideologico: nel 2023, grazie alle donazioni raccolte, Kirk era riuscito a mettere insieme 92 milioni di dollari per finanziare le campagne dei volontari pro-Trump negli Stati chiave.

La lotta contro l’ideologia woke

Figura carismatica e provocatoria, Kirk non si sottraeva mai al confronto con gli avversari politici. Tra i suoi principali bersagli vi era la cosiddetta ideologia woke, termine con cui i conservatori americani indicano l’insieme delle idee progressiste legate ai diritti delle minoranze e alla critica dei valori tradizionali. Per lui, contrastare il pensiero woke era essenziale per “salvare l’Occidente”, come recita il sottotitolo del suo libro Right Wing Revolution.

Il format “Prove me wrong”

Uno dei tratti distintivi dei suoi eventi pubblici era lo spazio dedicato al dibattito diretto con i presenti, denominato “Prove me wrong” (Prova che mi sbaglio). In questi momenti Kirk accettava sfide dialettiche aperte con chiunque volesse mettersi in discussione davanti al pubblico. Anche durante il suo ultimo appuntamento in Utah, lo scorso 10 settembre, era prevista questa formula di confronto.

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