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Chiara Ferragni passa al contrattacco: “Adesso vi faccio causa io!”

Pubblicato il 5 Febbraio 2024

Piove sul bagnato in casa Ferragni: dopo il benservito di Safilo e lo stop allo spot della Coca-Cola con l’influencer protagonista, per lei arriva un’altra batosta: Pigna, società di cartiera bergamasca, ha annunciato la fine della collaborazione.

Se finora Chiara Ferragni aveva accettato in silenzio tutte le decisioni adottate contro di lei, mantenendo un profilo basso, questa volta ha deciso di passare al contrattacco per salvare il salvabile.

La comunicazione di Pigna

Anche Pigna si è aggiunto alla lista sempre più lunga di brand che hanno deciso di interrompere la collaborazione con Chiara Ferragni, alla quale probabilmente hanno fastidio le modalità. Già sabato l’azienda aveva eliminato le pagine a lei dedicate per la Limited Edition dei suoi prodotti, precisando in una nota che il suo codice etico “esclude la collaborazione con soggetti terzi sanzionati dalle autorità competenti per avere assunto un comportamento non etico, corretto e rispettoso delle leggi”. Come se non bastasse la notizia è stata comunicata via social e non direttamente alla Fenice, azienda che fa capo alla Ferragni.

La reazione di Chiara Ferragni

La Ferragni stavolta ha deciso di non incassare passivamente e il suo ufficio stampa ha tuonato con una nota di fuoco: “Fenice, società licenziante dei marchi Chiara Ferragni, contesta la violazione da parte di Pigna del contratto in essere e la legittimità della unilaterale interruzione dei rapporti commerciali da parte di Pigna”.

Il comunicato prosegue così: “L’illegittimità della decisione di Pigna è stata aggravata dalla scelta dell’azienda di comunicare al pubblico, prima ancora che a Fenice, la cessazione del rapporto di partnership. Una scelta evidentemente strumentale e contraria al dovere di buona fede nell’esecuzione del contratto. In questo contesto, Fenice si riserva di agire nelle sedi più opportune a tutela dei propri interessi”.

L’ufficio legale della Ferragni ha definito strumentale il riferimento al codice etico dal momento che il 23 dicembre scorso, quando già erano state avviate diverse inchieste sull’imprenditrice, l’ad di Pigna Massimo Fagioli aveva definito la collaborazione “proficua e soddisfacente”.

Un’altra doccia fredda che arriva per la Ferragni dopo il caso dell’hotel in Valle d’Aosta, che pure ha sollevato un altro polverone. Intanto altri guai bussano alla porta dell’influencer per la quale la vicenda sta prendendo una brutta piega: la procura generale della Corte di Cassazione ha evidenziato che gli episodi sono uniti da “unitaria programmazione, nell’ambito di un medesimo disegno criminoso”.