Pubblicato il 14 Aprile 2025
Stop a terre rare e metalli: colpiti settori chiave dell’industria occidentale
Nel pieno della crescente guerra commerciale con gli Stati Uniti, la Cina ha deciso di sospendere le esportazioni di materiali fondamentali come terre rare, metalli pesanti e magneti, risorse cruciali per numerosi settori industriali strategici. La decisione di Pechino rappresenta una risposta diretta all’inasprimento dei dazi doganali imposti da Washington, e potrebbe mettere in seria difficoltà le filiere produttive di Paesi come gli USA, il Giappone e la Germania.
Verso un blocco strutturale delle forniture
Secondo il New York Times, il governo cinese starebbe preparando un nuovo sistema normativo per regolamentare in modo permanente l’export di questi materiali. Alcune grandi aziende occidentali, incluse appaltatrici della difesa statunitense, rischiano di essere escluse dalle forniture.
Questa mossa riflette una strategia più aggressiva da parte di Pechino nel controllo delle risorse strategiche, mettendo in luce la fragilità delle catene globali di approvvigionamento.
Magneti in terre rare fermi nei porti cinesi
Le spedizioni di magneti contenenti terre rare sono bloccate in vari porti della Cina. Questi componenti sono vitali per la produzione di veicoli elettrici, droni, robotica, missili e altri dispositivi tecnologici avanzati.
La misura arriva in risposta all’aumento dei dazi USA annunciato dal presidente Donald Trump il 2 aprile, che ha portato l’aliquota su alcuni prodotti fino al 145%.
Restrizioni su sei metalli pesanti: licenze speciali obbligatorie
Dal 4 aprile la Cina ha imposto limiti all’export di sei metalli delle terre rare e dei relativi magneti, materiali di cui controlla circa il 90% della produzione globale. Ora, ogni spedizione verso l’estero dovrà passare per un sistema di licenze speciali, ancora in fase di definizione.
Le aziende occidentali temono che l’ottenimento delle licenze possa richiedere tempo e ostacolare la produzione, soprattutto nei settori automobilistico ed elettronico.
Aziende americane con scorte minime: rischio blocchi produttivi
Il problema si aggrava per molte aziende statunitensi che, per motivi economici, hanno scelto negli ultimi anni di ridurre al minimo le scorte di materiali critici, evitando di immobilizzare capitale in beni costosi e volatili.
Tra i metalli interessati dalle restrizioni figura l’ossido di disprosio, usato nei motori elettrici, nei sistemi di guida e in ambito militare. Il prezzo attuale a Shanghai è di circa 204 dollari al chilo, ma fuori dalla Cina i valori sono già in crescita per via delle incertezze.
Effetto minimo sull’economia cinese, ma impatto potenzialmente devastante per l’Occidente
Nonostante l’importanza strategica, i magneti in terre rare rappresentano una piccola parte delle esportazioni totali della Cina. Per Pechino, quindi, il danno economico è contenuto, mentre l’effetto sulle industrie occidentali potrebbe essere molto più grave.
Le dogane cinesi stanno bloccando le esportazioni non solo verso gli Stati Uniti, ma anche verso altri Paesi industrializzati come Giappone e Germania. Tuttavia, l’applicazione delle nuove regole varia da porto a porto, generando ulteriore incertezza.
Trump annuncia esenzioni, ma non basta
La Cina ha attivato le restrizioni prima che gli USA annunciassero, venerdì scorso, l’esenzione dai dazi su alcuni prodotti elettronici provenienti da Pechino. Tuttavia, i magneti restano soggetti alle nuove tariffe, e le spedizioni risultano ancora ferme, secondo quanto riportato da dirigenti del settore.
Il presidente Trump ha chiarito che smartphone e PC non saranno esentati, mentre le nuove tariffe sui chip e altri componenti sensibili per la sicurezza nazionale sono attese nei prossimi giorni.
Filiera globale sotto pressione
I magneti e le terre rare che riescono a raggiungere i porti statunitensi devono affrontare dazi aggiuntivi, peggiorando ulteriormente la crisi di approvvigionamento. La combinazione tra restrizioni cinesi, dazi USA e scorte aziendali insufficienti rischia di generare un effetto domino sull’intero sistema industriale globale, con impatti rilevanti su produzione, prezzi e occupazione.