Pubblicato il 26 Maggio, 2022
È morto nel sonno a 67 anni, per ragioni non chiarite, l’attore Ray Liotta, nato il 18 dicembre 1954 nel New Jersey, mentre girava nella Repubblica Domenicana «Dangerous waters». È stato uno dei volti del cinema nero, un nipotino di Scarface, col copyright del ghigno senza pietà. Fu il preferito di Martin Scorsese nel grande «Quei bravi ragazzi» (Goodfellas) con De Niro e Joe Pesci, un trio indimenticabile.
Ebbe una vita difficile dalla nascita: rimasto orfano, adottato a sei mesi, lavorò in un cimitero per pagarsi gli studi di recitazione. Le prime esperienze sono televisive, con «Another world», cui seguono soap e remakes celebri, «Casablanca» e «Tutti insieme appassionatamente». Al cinema sfonderà con un’amara commedia sentimentale di Demme, «Qualcosa di travolgente», con Melanie Griffith, in un ruolo di ex marito psicopatico e violento, l’altra faccia del machismo di Jeff Daniels. Per evitare il ruolo di caratterista «villain» Liotta accetta in «L’uomo dei sogni» il fantasma di un famoso giocatore di baseball. Ma certo è il capolavoro di Scorsese con la sua violenza italo-american che lo rende maschera del cinema dei nuovi gangster che uccidono mentre cucinano il ragù. Uno dei «Goodfellas», il rampante Henry Hill che sgomita nella mafia e in quell’ambiente gira poi anche «I molti santi del New Jersey», prequel della serie capolavoro a lui molto affine dei «Soprano’s», mentre in «Blow» con Depp si avvicina alla droga del clan Escobar.
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