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Roma, “Civico giusto” nella chiesa Ss Redentore: i due parroci nascosero i perseguitati dal nazifascismo VIDEO

Pubblicato il 22 Gennaio, 2022

A Roma si fa largo il “Civico giusto”. Dopo i Parioli dallo sorso giovedì 20 gennaio è il turno del quartiere Val Melaina e della Parrocchia del Ss. Redentore, dove sull’entrata principale della chiesa, trova un altro ‘’Civico giusto’’.

Il Civico Giusto è una targa preziosa, non per fattezze quanto per significato e che, in questo caso, rievoca le storie di don Adolfo Petriconi e don Parisio Curzi, parroco e vice parroco che negli anni ’40 nascosero alcuni perseguitati politici salvandoli dal nazifascismo.

Tra questi perseguitati è possibile annoverare anche un giovane Emilio Colombo che anni dopo ricoprirà la carica di presidente del Parlamento europeo dal 1977 al 1979.

I due sacerdoti per quello che avevano fatto, furono imprigionati al Regina Coeli e solo con l’intervento del Vaticano evitarono la condanna a morte.

La loro storia è raccontata in un minidoc visibile attraverso il qr code inciso sul “Civico Giusto”, una mattonella in bronzo, opera artistica di Dante Mortet.

Il Civico Giusto

“Il Civico Giusto” è un luogo dove qualcuno ha disobbedito a un violento ordine esterno per lasciar prevalere una rischiosa disposizione interna: proteggere un perseguitato ed esporsi alla persecuzione. Tutto ciò presuppone il nascosto: si copre il protetto e si cela l’evento, perché meno tracce restano meglio è.

“Questa attitudine si è mantenuta anche dopo la fine della guerra – a darne notizia sono i responsabili dell’associazione culturale senza scopo di lucro Roma Best Practices Award – Mamma Roma e i suoi Figli Migliori  – e il ritorno alla quotidianità: la maggior parte di queste coraggiose persone ha tenuto per sé gli avvenimenti, ritenendoli comportamenti “normali” in una situazione eccezionale di cui non valeva la pena parlare”.

Anche la memoria, con i suoi esempi, però, rischia così di essere sepolta nel silenzio della storia e non esistere più. Quei gesti, invece, hanno cambiato destini e vite e dunque hanno seminato il mondo.

La storia al suo posto

“Continua il nostro lavoro che punta a rimettere la storia al suo posto – spiega Paolo Masini, ideatore e coordinatore del progetto – un percorso corale e appassionato che vede come protagonisti scuole e personaggi della cultura legati alla capitale’’.

Infatti alla realizzazione del mini documentario, che racconta le vicende dei due parroci hanno partecipato gli studenti del Bramante, istituto del quartiere in cui si trova la parrocchia del Ss. Redentore.

Il Civico Giusto è rappresentato attraverso una mattonella che “diventa un tetto in cui ricoverare chi chiede aiuto, rappresentato da un albero, un carrubo”. Il materiale scelto per realizzare questo oggetto è il bronzo che rappresenta la storia che si tramanda.

Il progetto “Il Civico Giusto” ha l’ambizione di riportare nei loro quartieri e nelle loro case, quegli “alberi” affinché i loro frutti possano maturare nelle coscienze delle nuove generazioni e spandere nuovi semi di solidarietà, inclusione e fratellanza.

Straordinario impegno

‘’Si tratta di singoli atti di straordinario impegnopassione e antifascismo che moltiplicati hanno permesso al nostro paese di riguadagnare pace e libertà – commenta Paolo Marchionne, presidente del Terzo Municipio che ha sostenuto l’iniziativa – tutte queste storie rischiavano di essere dimenticate.’’ “Il Civico giusto – aggiunge Massimo Pronio, responsabile comunicazione della Rappresentanza in Italia della Commissione europea che collabora al progetto – mantiene viva la memoria di coloro che hanno deciso di rischiare la propria vita per salvare tanti ebrei e perseguitati.”

L’obiettivo, – dell’intero progetto – è quindi quello di “segnare e riconoscere” in maniera tangibile, quelle case che, grazie al coraggio degli abitanti, sono stato il sicuro rifugio di chi veniva braccato dai nazifascisti.

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