Coldiretti Venezia, le donne della pesca riunite in un progetto di formazione

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L’INIZIATIVA SALUTATA DALL’EURODEPUTATA ROSANNA CONTE COLLEGATA DA BRUXELLES

30.6.2021 – “Le donne della pesca veneta sono delle guerriere: nella loro presenza silente si concentrano tutte le caratteristiche dell’intraprendenza femminile”. Le ha definite cosi Chiara Bortolas presidente delle agricoltrici di Coldiretti che ha seguito i lavori del primo focus delle “coltivatrici del mare” promosso nell’ambito della “scuola di pesca” progetto di formazione finanziato dal Feamp.

Nell’aula virtuale che ha messo insieme le lavoratrici delle cooperative, le impiegate della filiera o delle capitanerie, titolari o addette alla ristorazione ambulante e imprenditrici agricole, ma soprattutto coadiuvanti ovvero le mogli, le compagne dell’impresa familiare. Un esercito silente – ha continuato Chiara Bortolas nel suo discorso di apertura – che “ha sposato un mestiere”.

Un’affermazione che rende l’idea della mancanza ancora di riconoscimento, nell’attuale normativa statale, di una posizione che esiste già, a livello giuridico, per le donne dell’agricoltura, dell’artigianato e del commercio, ma non per quelle della pesca professionale, che pure svolgono un’attività fondamentale, quella di aiutare, collaborare con il proprio familiare pescatore, come già accade invece nell’impresa agricola familiare e nell’acquacoltura. Tra le corsiste anche delle realtà veneziane che hanno raccontato le loro difficoltà ma allo stesso tempo espresso con determinazione la voglia di continuare una professione tutt’altro che facile.

“E’ stato molto interessante partecipare a questo focus- ha affermato Raffaella Veronese responsabile di donne impresa Venezia- speriamo che il percorso che abbiamo intrapreso come donne in agricoltura che ci offre ora soddisfazioni e riconoscimento, possa essere ripercorso anche per le donne della pesca: la formazione è comunque un ottimo incipit foriero di idee innovative e propositi concreti.”


Animato il dibattito tra le iscritte che, guidate dalla docente Adriana Celestini figura esperta del settore, a turno hanno raccontato la loro esperienza personale e professionale. Dalla parità di genere alla vocazione politica sindacale, dall’impegno in peschereccio o nell’allevamento alle funzioni domestiche, sempre e comunque in prima linea per l’affermazione dei diritti di un lavoro che ha connotazione prettamente maschile.
Determinante l’intervento durante il webinar dell’Europarlamentare Rosanna Conte, collegata direttamente da Bruxelles che ha salutato l’iniziativa in qualità di capogruppo di identità e democrazia in commissione pesca al Parlamento Ue.

La deputata Rosanna Conte ha comunicato nell’occasione gli aggiornamenti del fondo Feampa 2021-2027 il cui regolamento attribuisce particolare importanza alle esigenze dei piccoli operatori e delle pmi, rispettando cosi le prerogative dei pescatori italiani. In programma altri incontri in presenza propedeutici all’inaugurazione ufficiale della scuola della pesca prevista a Settembre per la qualifica dei giovani che intendono praticare questa attività. Obiettivo: coinvolgere le nuove generazioni con i biologici e professori dell’Università di Padova fine di studiare anche i fenomeni scientifico ambientali come il riscaldamento globale che sta creando le condizioni per la presenza di specie esotiche in luoghi nei quali le temperature ancora alcuni anni fa non erano favorevoli.

“Con i cambiamenti climatici sono apparse nuove specie non comuni nel nell’Adriatico e stanno diventando rare specie fino a ieri tipici nei nostri mari – afferma Alessandro Faccioli di Coldiretti Impresa Pesca Veneto – pesci, come ad esempio le alacce o la lampuga, sino a qualche anno fa scarsamente presenti a certe latitudini, sono oggi diffusamente presenti nelle acque del centro-nord del Mare Adriatico e del Tirreno, mentre sono andate in sofferenza specie tradizionali come le sardine o le alici, messe in crisi dall’innalzamento delle temperature.

Le correnti calde hanno favorito la proliferazione di meduse dai nomi stravaganti come “occhio di gatto” e “noce di Mare” che cacciano attivamente larve di pesci e molluschi e novellame di specie di interesse economico, oltre a granchi predatori come il granchio blu sempre più presenti anche nelle lagune. Si tratta di una sfida che mettiamo in campo in un momento strategico per la ripartenza – conclude Alessandro Faccioli – dopo che in Veneto sono andati persi duecento pescherecci in dieci anni: la flotta veneta da 780 imbarcazioni nel 2010 ne conta circa 600 attualmente, per l’impatto devastante registrato dal settore cardine del Made in Italy a causa della pandemia”

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Redazione Venezia 1

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