30.4.2021 – C’è molta voglia di evadere dalla quotidianità di questi pesanti mesi che abbiamo vissuto, lo testimoniano le moltissime telefonate di richiesta prenotazione che le aziende agrituristiche hanno ricevuto in questi giorni. L’agriturismo infatti, si presta molto ad accogliere famiglie e ospiti desiderosi di spazi aperti, prati e campi per il picnic, ma anche tettoie, barchesse e terrazze coperte.
Il fine settimana della festa dei lavoratori si presenta con un buon auspicio negli agriturismi di Coldiretti Venezia con attività di ristorazione dove è possibile il servizio al tavolo all’aperto. Gli operatori agrituristici di Terranostra e i produttori di Campagna Amica – spiega Tiziana Favaretto presidente provinciale – hanno preparato i cestini per le agriscampagnate da consegnare anche a domicilio e con la possibilità di asporto. La riapertura del weekend è molto attesa dopo che le chiusure a singhiozzo dall’inizio della pandemia hanno tagliato i redditi degli imprenditori del settore con perdite di fatturato fino all’80%.
La cucina è l’attività più apprezzata dagli ospiti degli agriturismi che conservano ricette della campagna tramandate da generazioni ma sono sempre più diffusi programmi ricreativi come l’equitazione, il tiro con l’arco, il trekking e non mancano – continua Coldiretti – attività culturali come la visita di percorsi archeologici o naturalistici. Preoccupano piuttosto le bizzarrie del clima che preannunciano per il week end pioggia e temperature non ancora gradevoli.
“Ho preparato il giardino per l’arrivo degli ospiti” afferma Patrizia Grassetto titolare dell’Agriturismo Corte Giove “ma sono molto preoccupata per le possibili piogge, gli ospiti non vedono l’ora di prendersi delle ore di svago e noi di ritornare a lavorare, gli ultimi mesi sono stati difficilissimi”.
Altra preoccupazione riguarda invece il limite fissato per il coprifuoco alle 22 poiché – sottolinea Diego Scaramuzza presidente di Terranostra Veneto– gli agriturismi sono situati nelle aree rurali e ci vuole tempo per raggiungerli dalle città. Un sacrificio però che – conclude Diego Scaramuzza – in molti sembrano disposti ad affrontare anticipando l’uscita per garantirsi una cena nel rispetto del menù contadino lontano dagli affollamenti dei locali in città.
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