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Commercianti di Borgo Vecchio denunciano il racket, 20 arresti

Pubblicato il 14 Ottobre, 2020

Non solo racket. Associazione mafiosa, associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga, ai furti e alla ricettazione, tentato omicidio aggravato, estorsioni e danneggiamenti tra le accuse che hanno portato in carcere venti persone a Palermo. Frutto anche delle denunce dei commercianti del quartiere Borgo Vecchio di Palermo, ribellatisi al racket, l’operazione è stata portata a termine, con la Procura distrettuale antimafia, dai Carabinieri. L’operazione è stata denominata dagli inquirenti “Resilienza”.

Già nel 2017, 18 operatori economici si erano opposti al cosiddetto “pizzo”, dopo anni di sottomissione, e la memoria va a Libero Grassi, ucciso per essersi ribellato, da solo, prima delle mobilitazioni collettive dei commercianti, nel lontano 1991.

Musumeci. “Coraggio dei commercianti rende tutti più liberi

“Due buone notizie, di quelle che rendono migliore la nostra terra: da un lato il coraggio dei commercianti che hanno infranto il muro dell’omertà, dall’altro la brillante operazione dei carabinieri che ha colpito il clan di estortori. A loro sento di rivolgere, a nome di tutti i siciliani, un sentimento di profonda gratitudine perché oggi ci riappropriamo idealmente di un altro frammento di quella libertà che la mafia in tanti anni ha sottratto all’intera collettività”. Così il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci ha commentato l’arresto delle venti persone denunciate dai negozianti.

Il comunicato di Addiopizzo
“Anche in questa occasione, così come accade da anni, abbiamo seguito, supportato e accompagnato chi è stato oggetto di intimidazioni ed estorsioni. È stato grazie a un percorso di ascolto e sostegno portato avanti nei mesi scorsi, in sinergia con magistrati e carabinieri, che è maturata la scelta di chi si è opposto e non si è piegato alle richieste di estorsione.
Si è oramai consolidato un sistema di tutela e supporto in grado di assicurare le condizioni migliori nei confronti di chi denuncia.

Oggi, come dimostrano le centinaia di storie di commercianti e imprenditori palermitani che hanno denunciato in questi anni grazie anche al nostro supporto, ci si può opporre alle estorsioni persino in contesti difficili come Borgo Vecchio, senza esporsi e ricercare ribalte a cui invece fu costretto Libero Grassi. Per questo Addiopizzo sente di ringraziare tutte le istituzioni impegnate nell’azione repressiva nei confronti di Cosa Nostra e in quest’ultima operazione: senza il loro lavoro oggi non saremmo giunti a questo punto così importante.

Tuttavia, se si vuole imprimere una svolta decisiva per superare fenomeni mafiosi ed estorsivi occorre che la politica investa su aree come Borgo Vecchio, attraversate da profonde sacche di povertà e degrado e in cui diritti come quello alla casa, al lavoro e alla salute restano un miraggio per molti, purtroppo troppi. Senza lavoro, senza un tetto sotto il quale vivere (e l’emergenza abitativa cresce), con un diritto alla salute che si assottiglia per molti e un tasso di dispersione scolastica che aumenta, fenomeni criminali e di illegalità diffusa sono destinati a perpetuarsi.

Non ci si può affidare soltanto al lavoro di magistrati e forze dell’ordine. Occorre anteporre a Cosa Nostra un’alternativa economica e sociale fatta di diritti fondamentali in modo che la criminalità organizzata e l’illegalità diffusa non restino uno dei principali ammortizzatori sociali a cui ricorrere, anche tra chi compone la manovalanza criminale, per assicurare a se stesso sopravvivenza.

Per tutto questo, proseguiamo il nostro impegno quotidiano per le strade di Palermo e in provincia. Con i nostri limiti, ma con l’energia e l’entusiasmo di sempre, a fianco di chi si oppone al racket e anche insieme a chi, nel quartiere della Kalsa, vive in condizioni di povertà e situazioni di disagio economico e sociale, per costruire collettivamente una reale prospettiva di cambiamento”. concludono gli esponenti di Addiopizzo.

La consigliera Chinnici: “Si tratta di una svolta”

«“Non è più come una volta. I cristiani sono tutti sbirri’. Questa frase, tra le tante intercettate nel corso dell’operazione ‘Resilienza’ condotta dai Carabinieri e dalla Procura distrettuale antimafia, ci dice che al Borgo vecchio è successa una cosa importante: i commercianti, forti del sostegno dello Stato, hanno scelto di liberarsi dalle vessazioni e dalle estorsioni mafiose, assumendo un ruolo attivo che si è rivelato decisivo per il buon esito delle indagini. A questa parte sana e coraggiosa della nostra città, che con sacrificio porta avanti la propria attività imprenditoriale in un momento storico e in un contesto particolarmente difficile, va la nostra gratitudine e solidarietà», dichiara Valentina Chinnici, consigliera comunale a Palermo e capogruppo di Avanti Insieme.

L’intervento di Sinistra Comune

er i consiglieri comunali di Sinistra Comune, “le denunce del racket a Borgo Vecchio, che hanno portato al fermo di 20 persone, sono un messaggio fortissimo di liberazione per l’intera città.
Sono tanti i commercianti e gli imprenditori che si sono ribellati al pizzo, in un momento tra l’altro di crisi economica e sociale dovuta alla pandemia in cui il rischio che la rilevanza delle mafie cresca è alto: a loro e alle forze inquirenti va la nostra più forte gratitudine”.

“Ora lo Stato non arretri, ma investa ed accompagni in ogni modo il quartiere di Borgo Vecchio che, come molti a Palermo, continua a vivere gravi privazioni: serve stare vicini a chi ha denunciato ma anche all’intera comunità, in termini di servizi educativi, sociali e di Welfare. Se la storia di questi decenni ci ha insegnato qualcosa è, appunto, che l’azione di denuncia e repressiva è utile ma deve essere accompagnata da un intervento istituzionale che abbia la forza di dare una concreta alternativa, coinvolgendo le persone e non abbandonandole all’emarginazione sociale e al bisogno”, dichiarano i Consiglieri comunali di Sinistra Comune: Barbara Evola, Fausto Melluso, Katia Orlando, Marcello Susinno.

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