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Pizza Margherita

Pizza Margherita, dati sconfortanti della Coldiretti

Compleanno amaro per la pizza Margherita Coldiretti, «Le vendite sono dimezzate»

Pubblicato il 20 Giugno, 2020

E’ un compleanno amaro per la pizza Margherita (131 anni dalla nascita), ma con una crisi del settore paurosa dopo il lockdown imposto a causa del coronavirus. I dati, secondo la Coldiretti, parlano chiaro: le vendite sono dimezzate, mettendo a rischio il futuro di 63.000 pizzerie e circa 200mila addetti. 

L’analisi sconfortante sulla crisi del settore

L’analisi della Coldiretti è impietosa. «Il fatturato della pizza nel mondo ha superato i 100 miliardi di euro, secondo un’analisi della Coldiretti, confermandosi un tesoro del Made in Italy e un simbolo del successo della dieta mediterranea nel mondo, tanto che l’Unesco ha proclamato nel 2017 l’arte dei pizzaioli patrimonio immateriale dell’umanità. La colonna portante di un sistema economico che la pandemia ha messo però in gravissime difficoltà.

A rischio duecentomila addetti e 63.000 pizzerie

Nel periodo pre-Covid 19 solo in Italia – continua la Coldiretti – si sfornavano circa 8 milioni di pizze ottenute grazie all’utilizzo di 200 milioni di chili di farina, 225 milioni di chili di mozzarella, 30 milioni di chili di olio di oliva e 260 milioni di chili di salsa di pomodoro. La chiusura forzata dei locali ha avuto dunque un impatto devastante non solo sulle imprese e sull’occupazione ma anche – rileva la Coldiretti – sull’intero sistema agroalimentare che ha visto chiudere un importante sbocco di mercato per la fornitura dei prodotti. Durante il lockdown dovuto all’emergenza gli italiani non hanno comunque voluto rinunciare alla margherita provando a farla in casa con il raddoppio delle vendite di preparati per pizze (+101%) nei supermercati secondo l’analisi della Coldiretti su dati Iri.

Con le prime riaperture in molti sono invece – precisa la Coldiretti – ricorsi prima alla consegna a domicilio e poi all’asporto pur di non farsi mancare il piatto simbolo del Made in Italy, anche se la ripartenza per i locali resta comunque difficile a causa di una diffusa diffidenza da parte di chi ha ancora paura, della chiusura di molti uffici con lo smart working e dell’assenza totale dei turisti stranieri, da sempre tra i più accaniti consumatori di pizza. Basti pensare che gli americani – conclude la Coldiretti – ne sono i maggiori consumatori con 13 chili a testa mentre gli italiani guidano la classifica in Europa con 7,6 chili all’anno, e staccano spagnoli (4,3), francesi e tedeschi (4,2), britannici (4), belgi (3,8), portoghesi (3,6) e austriaci che, con 3,3 chili di pizza pro capite annui, chiudono la classifica». E l’intero settore, in Campania, appare ancora più provato da questa crisi globale. Si cercano nuove iniziative ma ancora si stenta a decollare e non mancano le polemiche anche per i mancati sostegni più volte sollecitati. 

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