Pubblicato il 26 Aprile, 2024
Il 10 giugno a Napoli e il 13 a Lucca, ma il coronavirus ha fermato tutto e i concerti di Paul McCartney sono stati inevitabilmente annullati con code velenose per i voucher rilasciati ai possessori dei biglietti invece dell’attesa restituzione dei soldi pagati per i biglietti. E la star prende decisamente posizione criticando sia il governo italiano che Assomusica. Ma cosa successo? Molto semplice, il governo italiano ha approvato una norma che autorizza i i possessori dei ticket acquistati dei concerti ( poi annullati per il coronavirus) di avere la facoltà di richiedere un “voucher” di pari valore a quello indicato sul biglietto. Una situazione anomala rispetto al panorama europeo dove, per esempio, i promotori dei concerti dell’ex Beatles, dove non si è esibito, hanno rimborsato i prezzi dei biglietti preventivamente venduti.
McCartney, «Sono in disaccordo con il governo italiano»
E la star inglese non ci pensa sopra ed attacca con un comunicato ufficiale la decisione italiana: «È veramente scandaloso che coloro che hanno pagato un biglietto per uno show non possano riavere i loro soldi. Senza i fan non ci sarebbe musica dal vivo. Siamo fortemente in disaccordo con ciò che il governo italiano e Assomusica hanno fatto.
A tutti i fan degli altri Paesi che avremmo visitato quest’estate è stato offerto il rimborso completo. L’organizzatore italiano dei nostri spettacoli ed i legislatori italiani devono fare la cosa giusta in questo caso. Siamo tutti estremamente dispiaciuti del fatto che gli spettacoli non possano avvenire ma questo è un vero insulto per i fan”.
Come andrà a finire? Si prevede una possibile class action, comunque, una iniziativa comune per ottenere il rimborso dei biglietti. I fan sono decisamente contrari ad un voucher sostenendo di aver acquistato un evento unico, “Il concerto di Paul McCartney in Italia che non può esser sostituto da nessun altro spettacolo”.