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Condannato a morte sopravvive all’esecuzione, ora farà da cavia con l’azoto. La sua rabbia: “Sono terrorizzato, mi ammazzano due volte”

Pubblicato il 20 Settembre, 2023

La vicenda di Kenneth Eugene Smith, 58enne condannato a morte in Alabama, sta scuotendo gli Stati Uniti. Hanno provato a ucciderlo per 4 ore consecutive, ma il “boia” non è riuscito a trovare la vena per effettuare l’iniezione letale e così l’uomo è stato riportato in cella. Il boia riproverà a ucciderlo nuovamente, utilizzando per la prima volta l’azoto, una tecnica mai usata e ritenuta da diverse associazioni umanitarie un esperimento crudele e imprudente.

La condanna di Kenneth Eugene Smith

Smith fu condannato a morte per l’uccisione con diverse coltellate di Elizabeth Dorlene Sennet, la moglie di un pastore della Wetside Church of Christ a Sheffield, in Alabama, che voleva incassare il denaro della sua assicurazione sulla vita.

In un primo momento Smith fu condannato all’ergastolo, pena che un giudice convertì in pena di morte.

L’esecuzione fallita e il secondo tentativo

Smith doveva essere giustiziato lo scorso anno tramite iniezione letale, ma il boia non riuscì a individuare le vene, così dopo circa 4 ore legato ad una barella fu nuovamente riportato in cella.

Si procederà ad un secondo tentativo di esecuzione con l’azoto, una tecnica mai usata finora ma autorizzata in Alabama, Oklahoma e Mississippi.

La morte sopraggiunge per soffocamento o asfissia: il condannato tramite una maschera inala l’azoto e l’anidride carbonica viene espirata, così i tessuti corporei iniziano ad avvertire la mancanza di ossigeno e la morte dovrebbe sopraggiungere entro 4-5 minuti, secondo quanto spiegato dalla East Central University.

Il terrore di Smith: “Mi ammazzano due volte”

Il 58enne in un’intervista si è detto terrorizzato all’idea che dovranno ammazzarlo due volte. Benché i rapporti delle autorità federali rassicurano sul fatto che l’ipossia di azoto porterà ad una morte rapida e indolore, gli avvocati dell’uomo protestano e hanno definito incostituzionale la decisione di Steve Marshall, procuratore generale dell’Alabama, sottolineando che anche l’Associazione veterinaria USA ha bandito da 10 anni questa pratica per la soppressione degli animali poiché ritenuta crudele.

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