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Condor

Addio a “Condor”, il re degli hacker

Pubblicato il 20 Luglio, 2023

Addio al vero re degli hacker.

Kevin Mitnick, “Condor”, così come si faceva chiamare durante le sue cyber-attività, è morto il 16 luglio 2023 all’età di 59 anni per un tumore al pancreas.

Mitnick è stato una figura leggendaria nel mondo dell’hacking, un vero precursore ma anche un innovatore, capace di inventare tecniche impensate fino a quel momento come l’Ip Spofing, e di cementare nell’immaginario collettivo la figura del giovane pirata che, dalla sua cameretta, viola computer e siti considerati inespugnabili, un po’ come nel film “Wargames” del 1983. 

Mitnick era nato a Van Nuys, in California, nel 1963. Ha iniziato a hackerare da adolescente, ed è diventato presto uno dei più noti hacker al mondo. 

Nel 1995, Mitnick è stato arrestato per aver violato i sistemi informatici di varie aziende e agenzie governative.

È stato condannato a cinque anni di prigione e a cinque anni di libertà vigilata per furto di informazioni e frode informatica.

Condor

Dopo il suo rilascio, Mitnick ha scritto un libro di memorie, “Ghost in the Wires”, che è diventato un bestseller. Il libro racconta la sua storia di hacker e la sua esperienza in prigione.

Mitnick ha poi fondato una società di consulenza sulla sicurezza informatica, Mitnick Security Consulting: il suo lavoro nell’ambito della cyber-security ha contribuito a sensibilizzare gli addetti ai lavori e il pubblica sulla vulnerabilità dei sistemi informatici e ha contribuito a migliorare la sicurezza informatica. 

Nella sua biografia perduta, Mitnick scrive: “Alcuni hacker distruggono i file delle persone o interi dischi rigidi: si chiamano cracker o vandali. Alcuni hacker alle prime armi non si preoccupano di imparare la tecnologia, ma semplicemente scaricano strumenti da hacker per entrare nei sistemi informatici: si chiamano script kiddies. Gli hacker più esperti con competenze di programmazione sviluppano programmi hacker e li pubblicano sul Web. E poi ci sono individui che non hanno alcun interesse per la tecnologia, ma usano il computer semplicemente come strumento per rubare denaro, beni o servizi. Nonostante il mito di Kevin Mitnick creato dai media, non sono un hacker malintenzionato. Quello che ho fatto non era nemmeno contro la legge quando ho iniziato, ma è diventato un crimine dopo che è stata approvata una nuova legislazione. Ho continuato comunque, e sono stato catturato.
Il mio trattamento da parte del governo federale non era basato sui reati ma sul fare di me un esempio. Non meritavo di essere trattato come un terrorista o un criminale violento”.

La leggenda di Kevin Mitnick nasce già nell’adolescenza. Anzi, ancora prima. 

A 12 anni trova un modo di hackerare il sistema dei trasporti pubblici di Los Angeles e di viaggiare gratis su qualunque bus.

Un hacking analogico ma che indica già come Mitnick, fin da bambino, fosse (oltre che attirato dalla sovversione delle regole) un acuto osservatore della realtà: con occhi e immaginazione sapeva trovare le falle del sistema e il modo di sfruttarle. Un giorno, mentre viaggiava sul bus, si rese conto gli autisti usavano uno speciale punzone per validare i biglietti di trasferimento da una tratta all’altra: usando quella che oggi chiamiamo “ingegneria sociale” riuscì a farsi dire da un guidatore dove acquistare quel punzone e, recuperando le schede di trasferimento che venivano gettate nel cestini delle fermate ancora mezzi inutilizzati, riuscì a crearsi un pass illimitato. 

A 16 anni Mitnick, che aveva scelto il suo nickname Condor dopo aver visto il film “I tre giorni del Condor”, realizzò il suo primo accesso non autorizzato a una rete di computer nel 1979: si introdusse nella rete di computer della DEC e copiò il software dell’azienda, un reato per il quale fu accusato e condannato nel 1988 (12 mesi di carcere seguiti da tre anni di libertà vigilata). Mentre era in libertà vigilata, violò i computer della Pacific Bell per la posta vocale: a quel punto divenne un latitante, sfuggendo alla giustizia americana per due anni e mezzo, un periodo in cui, secondo il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, hackerò decine di computer e di reti, e copiò il software proprietario di alcune delle più grandi società di telefonia cellulare e di computer del Paese. Nel ’94, usando l’IP spoofing (una tecnica che permette di rendere non rintracciabile il computer da cui si sta lavorando) attaccò la rete a San Diego dell’esperto di sicurezza informatica Tsutomu Shimomura, il quale poi collaborò con l’Fbi per trovare “Condor” insieme con il giornalista John Markoff. Una vicenda raccontata nel libro “Takedown”, poi divenuto film nel 2000, ricostruzione che Mitnick ha sempre rigettato e definita piena di calunnie.

Il 5 febbraio 1995 venne arrestato a Raleigh, nella Carolina del Nord e accusato di reati come frode informatica e telematica. La polizia lo trova in possesso di telefoni cellulari clonati, più di 100 codici di telefoni cellulari clonati, documenti di identificazione falsificati. Nel 1999 si dichiarò colpevole di quattro capi di imputazione per frode telematica, due capi di imputazione per frode informatica e uno per intercettazione illegale di comunicazioni via cavo. Dei cinque anni di prigione, 8 mesi li trascorre in isolamento perché secondo i giudici sarebbe stato in grado di “iniziare una guerra nucleare fischiettando in un telefono pubblico” . L’idea, grandemente esagerata ma indicativa della reputazione leggendaria che aveva Mitnick, era che «Condor» poteva in qualche modo collegarsi al modem del NORAD (il North American Aerospacial Defense Command) tramite un telefono pubblico dalla prigione e comunicare con il modem fischiando per lanciare missili nucleari (i primi hacker furono i “phone phreakers” che riuscirono a comandare le linee telefoniche sfruttando combinazioni di suoni veicolate da fischietti; tra loro anche Steve Wozniak e Steve Jobs, i fondatori di Apple). 

Mitnick è stato rilasciato il 21 gennaio 2000, ma fino al 2003 gli è stato proibito l’uso di qualsiasi tecnologia di comunicazione diversa da un telefono fisso, di trarre profitto da film o libri basati sulla sua attività criminale per sette anni.

In questi anni Mitnick è stato consulente di aziende sui temi della sicurezza informatica, speaker e autore, oltre che, come detto, fondatore della Mitnick Security Consulting , società di consulenza sulla sicurezza informatica.

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