31.1.2022 – Un consorzio agrario virtuoso che oggi diventa ammortizzatore per le aziende agricole del territorio di riferimento. Il tema è quello dei rincari delle materie prime e dei costi energetici e dei conseguenti aumenti che andranno a incidere sui bilanci delle aziende agricole e inevitabilmente sul costo del cibo.
“Stiamo parlando di cibo e di un settore che è definito primario – sottolinea Giorgio Polegato, presidente del Consorzio Agrario di Treviso e Belluno – Per questo è urgente un intervento sul Sistema Paese, strutturale, mirato all’approvvigionamento delle materie prime, per mantenere i prezzi su livelli sostenibili. Altrimenti i costi della pandemia saranno salati e metteranno in ginocchio sia molti imprenditori che molte famiglie”.
Gli aumenti di energia e materie prime, infatti, si riflettono a cascata dalle sementi al gasolio fino ai fertilizzanti e potrebbero andare ad incidere anche sul carrello della spesa.
L’impennata del costo del gas, ad esempio, ha fatto schizzare i prezzi dei concimi, con l’urea addirittura triplicata nell’arco di due anni, mettendo in ginocchio molte aziende agricole.
I fitosanitari attualmente registrano un rincaro del 10% (ma in primavera potrebbe aumentare ancora), il seme di soia del 20%.
Anche in ambito vitivinicolo le principali voci di costo degli impianti hanno subito rialzi da capogiro: i pali sono aumentati del 65%, il tondino è aumentato di quasi l’80%.
Non va meglio nei trasporti, il cui costo è salito in media del 10-15%, con il gasolio incrementato, dal 2020 ad oggi, del 100%
In ambito macchine agricole i ricarichi sono stati del 10% e, ad aggravare la situazione, sono anche i tempi di consegna delle macchine nuove che sfiorano l’anno. Fortunatamente il Consorzio Agrario di Treviso e Belluno, mediante il suo magazzino, può ancora gestire in modo soddisfacente le richieste di consegna.
Il costo delle materie prime finalizzate alla trasformazione nel mangimificio di proprietà del Consorzio è aumentato del 25%, l’energia elettrica è raddoppiata ed il prezzo del gas metano è triplicato, andando a toccare i costi industriali dello stabilimento mangimistico, saliti del 30%.
“Nel caso del nostro Consorzio agrario, gestito da imprenditori agricoli per gli imprenditori agricoli, possiamo dire che abbiamo deciso di limare le marginalità per fronteggiare questa crisi – conclude Antonio Ciri, direttore del Consorzio Agrario di Treviso e Belluno – Lo facciamo in coscienza ma certamente questa situazione non può perdurare a lungo altrimenti andremo a compromettere un sistema virtuoso che ci vede come modello di sana gestione e presenza attiva nel contesto agricolo e rurale delle province di Belluno e Treviso”.
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