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Conte

Conte attacca: “Parlo con Draghi e non mi risponde, il M5S non è la succursale del Pd”

Pubblicato il 31 Marzo, 2022

Giuseppe Conte riparte dai social. Prima della riunione con i vertici del Movimento, la diretta Instagram per fare il punto sulla situazione politica dopo il confronto con il premier Mario Draghi di martedì scorso.

“Alcuni Paesi hanno fatto delle scelte ma non è detto che l’Italia debba partire a questa corsa forsennata delle armi – spiega Conte – Sarebbe irresponsabile non sedersi a un tavolo di governo e non porre queste domande. Con Draghi abbiamo parlato un’ora e mezzo ma non ho avute risposte su tanti argomenti. Non accetto che ogni volta che poniamo delle domande, qualcuno dica che vogliamo far cadere il governo. Non siamo la succursale del Pd”.

“Sono ore molto intense – dice Conte – siamo stati accusati di essere i responsabili, di volere una crisi di governo e di far perdere credibilità all’Italia a livello internazionale. Accuse molto gravi che nascono dal fatto che vogliamo sia chiaro un passaggio che riteniamo fondamentale, per noi e per i cittadini. Questi investimenti militari, questo impegno del 2% di spese militari che valore ha, che termine temporale, quale significato ha. Ci è stato sempre ripetuto che questi impegni vanno rispettati incluso quello siglate al vertice Nato in Galles. Da allora, due terzi dei paesi tra cui l’Italia non hanno rispettato quella soglia del 2% che significherebbe mettere sul piatto dai 10 ai 15 miliardi in due anni. E questo dopo le difficoltà vissute in questi anni. Di fronte a questo il M5s non poteva rimanere inerte. Allora abbiamo chiesto assolutamente delle garanzie e la nostra posizione è stata che questi impegni ingenti non possono essere rispettati”.

Conte ricorda che in questo momento c’è “una difficoltà di intere filiere produttive, manca ghisa, acciaio, nichel, c’è scarsità anche nell’approvvigionamento dei cereali. Sconvolgimenti che a me non fanno dormire la notte. Noi siamo qui per difendere l’interesse dei cittadini e non stiamo tranquilli. Siccome due terzi dei paesi nato non rispettano quell’impegno, ho chiesto perché dovremmo rispettarlo noi che paghiamo più di altri gli effetti di due anni di pandemia. Il risultato è che ci hanno accusato di volere una crisi governo e inizia un ricatto: fate cadere un governo? No, non vogliamo una crisi. Tutte le forze di politiche la devono smettere di accusarci di volere una crisi di governo ogni volta che poniamo una questione seria sul tavolo. Non lo accetterò più”.

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