Conte e i verbali della discordia: i flussi da Nord a Sud ci hanno spinti al lockdown nazionale

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Da Ceglie Messapica, in provincia di Brindisi, il premier risponde alle domande di Angelo Maria Perrino per Affaritaliani. “Rifarei tutto”

“Io il bilancio lo farò alla fine. Ma nelle ultime settimane il bilancio lo stanno facendo tanti quotidiani internazionali e mi sembra sia positivo. Ed è motivo di grande orgoglio. E se questo bilancio è positivo è merito di tutti voi. Il rispetto delle regole ci è costato molto ma se possiamo essere additati come modello per altri Paesi questo è un grande obiettivo”. Così il premier Giuseppe Conte, ospite in Puglia dell’evento La Piazza, risponde alle domande di Angelo Maria Perrino, direttore di Affaritaliani.it.

La desecretazione di una parte dei verbali del Comitato tecnico-scientifico che ha “accompagnato” e indirizzato il Governo nel corso della pandemia, lo ha catapultato in una bufera mediatica senza precedenti. Rispetto alle scelte fatte in quei giorni convulsi, non c’è una cosa in particolare che non rifarebbe. “Anche i famosi Dpcm a monte avevano dei decreti legge e li abbiamo assunti sempre avendo alla base le valutazioni di tutti gli esperti, con grande condivisione di tutti i ministri e dei rappresentanti degli enti locali. Le decisioni le abbiamo sempre prese con grande ponderazione e responsabilità”, spiega.

E a chi lo accusa di aver preso una decisione troppo severa e solitaria con riguardo al lockdown nazionale replica che “dopo il verbale del giorno 7 del Cts, quando il Cts si è convinto che ci voleva una misura più radicale per Alzano e Nembro, è successo un fatto nuovo: in molti si sono recati da Nord a Sud. A quel punto abbiamo ritenuto fosse prioritario mettere in sicurezza il Sud, che significava mettere in sicurezza il Paese. E di questo sono orgoglioso”. 

Poi continua: “Ho sempre detto che avremmo lavorato fianco a fianco con gli scienziati ma mai che avremmo ceduto delle responsabilità. Esiste un compito della politica. Non ho mai detto che avremmo seguito alla lettera le loro valutazioni”, aggiunge, così replicando alle eccezioni dell’opposizione sempre con riguardo al Dpcm del 10 marzo, quello che stabiliva restrizioni massime per l’intero territorio nazionale, in discordanza con le indicazioni degli scienziati.  

Sulla tarantella anche legale che ha preceduto la pubblicazione dei verbali, poi, il premier non ha dubbi: “Chiariamo bene le cose: voi immaginate cosa significava per gli scienziati elaborare proposte, analizzare dati e avere addosso i riflettori della tv? Non avrebbero avuto tranquillità. Quando c’è un processo decisionale così delicato io rivendico che quei verbali restino riservati. Ma non significa secretati, non ho mai posto un segreto di Stato. E vi annuncio che sono il primo che consentirà la pubblicazione di tutto, non abbiamo nulla da nascondere”. 

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Redazione Bari

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