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Controlla se la figlia 17enne è ancora vergine: genitori a processo per maltrattamenti

La notizia è stata riportata dal Corriere della Sera e racconta una vicenda che sembra venuta fuori da altre epoche ma che si è “consumata” in Italia, in un paese della Bassa Bresciana. Protagonisti della storiaccia, una 17enne e i suoi genitori contrari al fidanzamento della figlia con un ragazzo italiano e che intendevano mandare la figlia in Marocco, loro Paese d’origine, per l’infibulazione.

Pubblicato il 8 Maggio, 2022

La notizia è stata riportata dal Corriere della Sera e racconta una vicenda che sembra venuta fuori da altre epoche ma che si è “consumata” in Italia, in un paese della Bassa Bresciana. Protagonisti della storiaccia, una 17enne e i suoi genitori contrari al fidanzamento della figlia con un ragazzo italiano e che intendevano mandare la figlia in Marocco, loro Paese d’origine, per l’infibulazione.

La relazione osteggiata con il fidanzato italiano

La ragazza ha denunciato i genitori che non approvavano la sua relazione con un ragazzo italiano (allora diciannovenne) e che per convincerla a interrompere il rapporto l’avrebbe percossa, chiusa in casa e sottoposta ad una visita ginecologica casalinga per verificare se fosse ancora vergine. Padre e madre, di origine marocchina entrambi sulla quarantina (operaio lui, casalinga lei), adesso devono affrontare un processo davanti alla prima sezione penale del Tribunale di Brescia dovendo rispondere dell’accusa di maltrattamenti; la mamma deve rispondere anche di violenza sessuale ai danni della figlia (oggi diciassettenne) che da due anni vive separata dai genitori in una struttura protetta dove sta completando gli studi.

Il racconto ai carabinieri

La ragazza ha raccontato tutto ai carabinieri e poi confermato le sue dichiarazioni durante l’interrogatorio protetto anche davanti alla Corte, degli episodi di maltrattamenti che sarebbero iniziati a primavera del 2020 quando la giovane e il suo fidanzato si sono conosciuti in un paese della Bassa Bresciana. “La mia famiglia non voleva che frequentassi il mio ragazzo perché è italiano – ha ricordato la giovane – avremmo voluto anche uscire allo scoperto, ma sapevo che mio padre non avrebbe approvato” come riportato il Corriere della Sera.

I genitori però avvertiti da una cugina della ragazza scoprono la relazione (da una foto su Instagram) e, a quel punto, la situazione è degenerata. “Mia madre lo ha cacciato di casa, mio padre quando lo ha incontrato lo ha minacciato di morte” e si è rivelato inutile anche il tentativo della madre del ragazzo di parlare con i genitori della giovane. In un incontro organizzato per un chiarimento con il padre della fidanzata e un amico egiziano che avrebbe dovuto fare da interprete erano dovuti intervenire i carabinieri che avviarono anche un’indagine.

“Da quel momento – racconta la ragazza – i miei hanno iniziato a picchiarmi sempre più spesso e non mi hanno permesso di uscire di casa. Mio padre mi diceva che mi picchiava perché così era giusto!”.

Il “controllo casalingo” della verginità e il tentativo di fuga

Ma, i genitori della ragazza vanno oltre: nel sospetto che la figlia non fosse più vergine, la madre della giovane l’avrebbe costretta a spogliarsi per fare dei controlli in una specie di visita ginecologica casalinga. Vedendosi a tal punto oltraggiata la giovane tentò anche una fuga da casa ma suo fratello intervenne per bloccare la ragazza picchiandola lei e il suo fidanzato. Per questo motivo ha avuto un ruolo nella vicenda rilevante ed è stato oggetto di una misura del Tribunale con la “messa alla prova”. Durante il tentativo di fuga e la conseguente aggressione erano nuovamente intervenuti i carabinieri che portarono la ragazzina nella struttura protetta in cui ancora oggi è ospitata.

Il fidanzato ha confermato i fatti mentre la madre fornisce un’altra versione

Sentito durante il processo come testimone il fidanzato ha confermato tutti i fatti raccontati dalla ragazza mentre sua madre, in aula ha affermato di non aver mai picchiato la figlia. “Eravamo contrari alla relazione – ha precisato la donna – perché il ragazzo è un arrogante e, poi, è troppo grande di età per lei”. La sua versione dei fatti continua con la discolpa del “controllo” sulla verginità della figlia: “Non le ho fatto alcun controllo, è stata lei a mostrami le sue parti intime perché verificassi che fosse ancora vergine”. Il processo riprenderà il prossimo 4 ottobre prossimo.

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