Dall’inizio del programma di screening, il 3 dicembre scorso, sulla popolazione aquilana sono stati 23244 i tamponi effettuati, con l’esito di 54 positivi e 15 dubbi. 39 le postazioni fisse attivate in maniera alterna e a scaglioni, a seconda della disponibilità del personale e 2 le cliniche mobili noleggiate, che hanno consentito di raggiungere anche le frazioni più impervie dell’ampio territorio comunale (circa 473 chilometri quadrati di superficie). Il personale comunale è stato in prima linea nella logistica, nell’organizzazione, passando per la comunicazione, il sistema informatico e il supporto amministrativo. 364 le risorse umane impiegate, di cui 234 sanitari e 130 tra dipendenti comunali, delle società partecipate, Abruzzo Engineering e Usra.
“È stato un dispiegamento di forze, uomini e mezzi incredibile. Una sfida che la città ha affrontato con compostezza e diligenza: così come accaduto per l’imponente opera di ricostruzione post sisma, anche in questa pandemia L’Aquila è stata capace di assurgere a laboratorio per l’intero Paese, luogo di sperimentazione di prassi e protocolli che sono certo saranno presi ad esempio anche per le altre realtà italiane, che saranno chiamate ad operare screening massivi sulla popolazione per circoscrivere il contagio da coronavirus” ha dichiarato il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi.
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