“Costi davvero alti. Speriamo nei giovani e nel credito d’imposta”. Il presidente del Tolentino indica la via d’uscita per il calcio

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Servono entusiasmo e gioventù in primis. E poi non ci sono ricette miracolose nel calcio dilettantistico, ma solo sacrifici e mosse mirate. La nuova stagione è ormai cominciata e anche la liberazione di tornare ad appassionarsi al gioco più bello del mondo. Il Tolentino è già al lavoro, la prima squadra esordirà in campionato il 27 settembre, mentre per le altre formazioni giovanili la data di riferimento è metà ottobre.

“Come prima squadra il traguardo a cui guardiamo è il mantenimento della categoria – ci ha detto il presidente del Tolentino, l’avvocato Marco Romagnoli – Sarà un campionato durissimo ma il gruppo che abbiamo fa ben sperare”.

Romagnoli, che è un tifoso appassionato dei cremisi soprattutto nel tenere in ordine i bilanci, ritiene come noi che il calcio ormai costi troppo. “Se si vogliono far le cose seriamente i costi sono davvero alti. Non parlo solo del parco giocatori della prima squadra (hanno accettato il nostro invito a rivedere alcune richieste economiche), ma di tutta la nostra realtà che muove dalle 350 alle 400 persone tra atleti e tecnici. E’ conseguenza ovvia che i costi di base siano elevati (trasferte, tecnici, istruttori, collaboratori di segreteria, materiale tecnico e altro). Il tutto, però, in un clima di grande incertezza che tende a frenare l’entusiasmo delle aziende che solitamente ci sono vicine e che guardano al futuro con grande timore”.

L’oculatezza con cui gestire i conti. “Non è semplice trovare soggetti che investano nel calcio come prima. Colgo, però, l’occasione per sottolineare un’importante misura a tal fine messa in campo dal Governo: chi sponsorizzerà società calcistiche dalle caratteristiche come la nostra, che non fruiamo dei benefici della legge 398, potrà valorizzare il 50% di quanto investito per sponsorizzarci come credito di imposta. Si tratta di una situazione davvero interessante”.

“Non sappiamo ancora quale sarà il nostro girone – continua il presidente – Ogni gara sarà una battaglia. Mi pare di poter dire che tra le società che si mosse meglio vi siano Pineto e Campobasso”.

E sull’importanza del settore giovanile: “Per noi far crescere ragazzi del vivaio è una mission. Già lo scorso anno siamo arrivati al secondo posto nella speciale graduatoria che premia le società che fanno giocare il maggior numero di propri giovani atleti in prima squadra”.

Un proposito per quest’anno: “Vogliamo ancor più migliorare sotto questo aspetto per arrivare, la prossima stagione, a schierare almeno 5 o 6 titolari che siano stati formati nel nostro settore giovanile. E’ per tale motivo che abbiamo investito molto anche nello scegliere istruttori ed allenatori capaci da porre alla guida delle varie formazioni giovanili, scuola calcio inclusa”.

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Redazione Civitanova

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