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Covid-19: al chiuso l’85% degli incassi dei ristoranti

Pubblicato il 23 Aprile, 2021

L’85% degli incassi di bar, ristoranti e agriturismi in Italia deriva dal servizio al bancone e al tavolo negli spazi interni dei locali. E’ quanto stima la Coldiretti in riferimento alla richiesta delle Regioni al Governo di consentire nel rigoroso rispetto dei protocolli di sicurezza, l’effettuazione dei servizi di ristorazione sia al chiuso sia all’esterno, senza differenze di trattamento con riguardo agli orari di somministrazione (pranzo, cena). Una richiesta che – sottolinea la Coldiretti – riguarda ben 360mila realtà diffuse lungo tutta la Penisola, drammaticamente provate dalle chiusure che hanno pesato sui bilanci e sui livelli occupazionali. Ma a beneficiare delle riaperture al chiuso e all’aperto – continua la Coldiretti – sarebbe a cascata l’intera filiera agroalimentare con 1,1 milioni di tonnellate di cibi e di vini, invenduti dall’inizio della pandemia. Si stima che 330mila tonnellate di carne bovina, 270mila tonnellate di pesce e frutti di mare e circa 220 milioni di bottiglie di vino – sottolinea la Coldiretti – non siano mai arrivati nell’ultimo anno sulle tavole dei locali, costretti ad un logorante stop and go, senza la possibilità di programmare gli acquisti anche per prodotti fortemente deperibili. Complessivamente nell’attività di ristorazione – rileva la Coldiretti – sono coinvolte 70mila industrie alimentari e 740mila aziende agricole lungo la filiera, impegnate a garantire le forniture per un totale di 3,6 milioni di posti di lavoro. Si tratta di difendere la prima ricchezza del Paese, con la filiera agroalimentare nazionale che – conclude Coldiretti – vale 538 miliardi pari al 25% del Pil nazionale, ma è anche una realtà da primato per qualità, sicurezza e varietà a livello internazionale

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