COVID 19, ALL’ULSS 4 UNO STUDIO PER INDIVIDUARE I FATTORI DI RISCHIO INDOTTI DA PATOLOGIE PREESISTENTI

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16.4.2021 – Al vaglio oltre 900 cartelle cliniche di pazienti contagiati da Covid 19 e ospedalizzati da inizio pandemia. I dati raccolti verranno confrontati con quelli di altrettante persone fisicamente sane, mai contagiate. L’obiettivo è cercare elementi che possano essere correlati all’insorgenza del virus, tra cui patologie pre-esistenti o l’assunzione di farmaci.

All’Ulss4 è stato avviato uno “Studio caso-controllo per individuare i fattori di rischio indotti da comorbilità e/o trattamenti farmacologici in pazienti con infezione virale da Covid-19”. A coordinarlo è l’unità operativa Farmacia Ospedaliera in collaborazione con la Terapia intensiva e le Malattie Infettive del covid hospital di Jesolo, e con il Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss4.

«Vogliamo studiare questo tremendo virus e mappare il fattore che può essere rischio di infezione – spiega il direttore della farmacia ospedaliera, Alessandro Dorigo – . Analizzeremo quindi le patologie, trattamenti farmacologici, fattori come l’indice di obesità perché abbiamo sentore che il paziente obeso sia più soggetto, stili di vita, parametri genetici, gruppo sanguigno ed anche i fattori geografici. Confronteremo queste analisi con i dati di altrettante persone sane e valuteremo se emergono eventi scatenanti l’insorgenza del covid».

Lo studio, già iniziato, coinvolge i pazienti ospedalizzati all’Ulss 4 dal 1 marzo 2020. «L’importanza di questa novità – ha aggiunto il dottor Fabio Toffoletto, direttore della terapia intensiva al covid-hospital –  è individuare le categorie a rischio, riscontrare quali sono le popolazioni a rischio contagio e predisporre tutti i programmi di cura collegati».

Nel confermare la collaborazione e l’utilità dello studio in questione, il direttore delle malattie infettive, Lucio Brollo, ha portato come esempio efficace il buon esito delle terapia monoclonali da lui stesso avviate su 15 pazienti: <<Sono persone che hanno sviluppato da poco la malattia ed hanno fattori di rischio che possono portare ad una evoluzione grave – specifica Brollo – . Dal nostro monitoraggio emerge che stanno rispondendo molto bene: la malattia non ha avuto evoluzioni peggiorative. In un caso abbiamo accertato che l’avanzare della malattia si è fermato, terapia ha insomma funzionato».

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Redazione Venezia 1

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