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Operatori sanitari, che indossano tute protettive mediche e mascherine, al lavoro nella terapia intensiva dell'Ospedale Sant'Orsola di Bologna, 12 novembre 2020. Ieri in Italia è stata superata la soglia dei 600.000 casi attualmente positivi, tra casi in isolamento domiciliare, ricoverati con sintomi e in terapia intensiva. Questo dato è importante perché, un'epidemia si definisce 'fuori controllo' nel momento in cui i positivi superano l'1% della popolazione e ieri, oltre ad aver sperato il milione di casi da inizio pandemia, in Italia è stato superata questa soglia di popolazione attualmente con infezione da Sars-Cov-2. Ansa/Max Cavallari

Covid, solo un terzo dei pazienti guarisce dopo tre mesi dalle polmoniti. Lo rivela uno studio leccese

Pubblicato il Febbraio 25, 2022

Nuovo importante passo avanti nella lotta al Covid. Nonostante la situazione continui a migliorare in Puglia e in tutto il Paese, i virologi, gli esperti e gli scienziati continuano a chiedere ai cittadini di non abbassare la guardia pensando che sia tutto finito. E’ stato appena pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale Plos One, intanto, la casistica dell’ASL di Lecce su 75 pazienti (seguiti fino a 12 mesi) presso il COVID Hospital di San Cesario di Lecce nella prima ondata pandemica dagli pneumologi salentini Maurizio Toraldo e Francesco Satriano. I risultati dello studio sono illustrati dal primo autore Dr. Maurizio Toraldo, pneumologo e dirigente medico dell’ASL Lecce, responsabile del COVID-Hospital di San Cesario di Lecce:  “In questo articolo descriviamo gli esiti clinici basati sulle caratteristiche radiologiche oltre che dei parametri ematochimici, marker infiammatori ed anticorpi IgG/IgM in 75 pazienti ricoverati per polmonite interstiziale da COVID-19 (con sintomi da lievi a gravi che non richiedevano assistenza in terapia intensiva) presso il nostro Reparto di Pneumologia nella prima e seconda ondata tra Aprile e Settembre 2020. E’ interessante notare che solo 28 pazienti sui 75 dimessi dall’ospedale (37,3%) risultavano guariti completamente dopo 3 mesi dal ricovero, mentre 47 pazienti (pari al 62,7%) presentavano ancora sequele polmonari visibili alla TAC. Per quanto riguarda i titoli anticorpali contro il SARS-COV2, abbiamo appurato un aumento precoce delle concentrazioni di IgG (i cosiddetti anticorpi di memoria che in genere si sviluppano solo successivamente alle IgM) e in generale, i livelli sierici di IgG erano sempre superiori alle IgM al momento del ricovero nel 70% dei casi. Al contempo si è documentata una rapida diminuzione degli anticorpi di memoria IgG già al terzo mese dopo l’infezione. Infine, nei pazienti ricoverati nelle prime ondate, le concentrazioni basali di uno specifico marker infiammatorio come l’interleuchina-6 si dimostravano un buon fattore predittivo della persistenza di sequele radiologiche a livello polmonare nel medio-lungo termine dopo polmonite interstiziale da COVID-19”.

Polmoniti da Covid, da chi è stato condotto lo studio?

Lo studio è stato condotto in collaborazione con la Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA), dal 2020 attiva nella ricerca clinica ed epidemiologica sul COVID-19. Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, con i nuovi dati, raccolti dal team di ricerca guidato dal Dott. Maurizio Toraldo, si contribuirà all’avanzamento delle conoscenze sull’andamento clinico a medio-lungo termine dei pazienti che si sono ammalati di polmoniti da COVID.

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