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Crisi di Governo, parlano le sardine: "all’estero non hanno i prosciutti sugli occhi"

Crisi di Governo, parlano le Sardine: “all’estero non hanno i prosciutti sugli occhi”

Pubblicato il 2 Febbraio, 2021

Jasmine Cristallo, meridionalista, attivista per i diritti civili e sociali,
portavoce 6000sardine, non condivide Matteo Renzi, come salta agli occhi. scrive sulla sua pagina Facebook: “Quanto sta avvenendo attorno alla crisi di Governo ha dell’inaudito, dell’impensabile nella storia di questo Paese, della nostra Repubblica a livello formale ma anche sostanziale. Mai nel corso di un mandato esplorativo si era visto di fatto redigere un programma e distribuire incarichi (i ministeri). Si sta sfiorando di fatto uno sforamento del mandato, sotto il ricatto predatorio di Renzi, che dopo aver imposto una drammatizzazione di questa crisi destabilizzante, ora esegue il preciso mandato di portare a casa il più possibile, operando con il più bieco e vile dei metodi: quello del ricatto che punta a distruggere l’identità e la dignità dell’altro”. Qui non si usano mezzi termini. Jasmine Cristallo aggiunge: “Se siamo oramai anche alle stesure definitive dei singoli capitoli, se siamo già alla quadratura dei numeri e dei nomi, di fatto, chiunque andrà a fare il Presidente del Consiglio, è delegittimato prima di entrare a Palazzo Chigi. Il suo compito sarà di ambasciatore degli Italiani nel Mondo, di segretario verificatore del programma, perché il garante, oggettivamente, sarà colui il quale sta conducendo le consultazioni. Potremmo trovarci nelle condizioni di avere un presidente ambasciatore, e un garante istituzionale dell’accordo con un peso politico rilevante, quasi da presidente ‘ombra’“.

Sardine: “ci aspettiamo una convivenza avvelenata”

E ancora: “Se qualcuno pensa che all’estero abbiano i prosciutti sugli occhi, o peggio si voltino dall’altra parte per non vedere, credo che si sbagli. Sarà una drammatica convivenza, che avrà bisogno costante di ‘tenute istituzionali’ per reggere alle tormente sempre pronte a scatenarsi. Per l’accanimento, la spudoratezza anche nei confronti delle istituzioni, per l’arroganza con cui si rapporta, sembra sempre più che Renzi, sentitosi investito da un mandato celeste, intenda questa crisi come la battaglia di Armaghedon, con la sola differenza che lui non è il celeste, ma un servitore, e come tutti sanno quando i servitori hanno la presunzione di essere essi stessi padroni, allora i padroni, quelli veri, mettono fine alla loro servigio. Sempre più in me si sta facendo largo la drammatica convinzione che alla fine di questa vicenda, in ogni caso l’Italia, gli italiani ne usciranno a pezzi, sul terreno sociale, sul piano dell’emergenza sanitaria, della credibilità delle istituzioni, della possibilità di ricomporre un quadro di tenuta unitaria del Paese. Se dall’inizio della pandemia l’affermazione ‘niente sarà come prima’ ha assunto connotati di una verità rivelata, contenente una speranza di una migliore opportunità per tutti nel cambiare stili di vita, quella del dopo crisi avrà la stessa definizione, ma sarà gravida di timori, incertezze e diffidenze: le componenti – insomma – per una convivenza avvelenata”. (la foto non riflette la realtà)

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