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Dalla Sicilia con l’amore per la musica: Sonny Denja, dj e producer

Pubblicato il 30 Settembre, 2021

Lavorare oggi, in piena epoca multimediale e con l’esplosione di tanti nuovi strumenti digital, nel campo della musica, con particolare riguardo a quella dance. Il mestiere del dj è cambiato, pur restando sempre denso di fascino: in una recente intervista rilasciata a Rolling Stones, il famoso dj Albertino ha evidenziato come, oggi, fare il dj sia un qualcosa di più ambito rispetto a tanti anni fa, spesso anche per ragioni sbagliate basate più su ragionamenti e calcoli che non sulla passione reale per la musica.
Un mondo che è cambiato nel corso degli anni e che oggi segue nuove dinamiche. Proviamo ad addentrarci dentro a questo universo con il supporto di chi il dj lo fa di mestiere: Sonny Denja (profilo Instagram: https://www.instagram.com/sonnydenja/), nato in Sicilia, a Salemi, e oggi residente a Milano.

Per chi non ti conosce, chi è Sonny Denja?
“Sono un dj producer di origini siciliane che vive a Milano. Nei dj set, così come nelle produzioni, amo spaziare tra diversi generi: urban, latin, dancehall, moombahton, afro, ecc…”
Come ti sei avvicinato al mondo della musica?
“La mia passione per la musica inizia a 11 anni, quando ho iniziato a suonare la batteria. Dopo pochi anni, ho deciso di imparare a mixare con i giradischi, i Technics 1200. Ho iniziato a fare il dj per passione e divertimento e la mia selezione musicale prevalentemente dance. La nascita del progetto ‘Sonny Denja’ è avvenuta nel 2006, anno in cui mi sono trasferito a Catania, dove ho sperimentato nuove sonorità e ho iniziato ad ascoltare le prime tracce di Diplo e dei Major Lazer.”
Cosa vuol dire oggi, in epoca di multimediale e con tutti gli strumenti digital di cui disponiamo, fare il dj?
“Io sono un sostenitore degli strumenti digitali e dei progressi della tecnologia. In ambito musicale, ti consente di avere a disposizione tantissima musica proveniente da tutto il mondo. Anche a livello tecnico, la tecnologia ti fornisce strumenti che ti permettono di creare dei djset molto più dinamici.”
Come hai vissuto il periodo di lock down, senza possibilità di fare serate?
“È stata una bella mazzata. Ho fatto qualche diretta con djset, ma è un mondo molto distante dal club e dal contatto con il pubblico. Ho sfruttato quei mesi per dedicarmi maggiormente alle produzioni e sperimentare nuove sonorità.”
Chi, oggi, si avvicina a questo mestiere, lo fa più per passione o per tutto ciò che ruota attorno? “Tanti ragazzi che si avvicinano a questo mondo lo fanno più per la ricerca di notorietà che per la passione. E nella maggior parte dei casi, dopo 1 anno al massimo, spariscono dalla scena. Altri invece lo fanno per passione, facendo realmente ricerca musicale, creando un proprio set e un proprio stile. Ecco, questi sono quelli che durano nel tempo.”

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