“Ricordo molto bene l’interrogatorio a Pianosa di Vincenzo Scarantino parlava come un fiume in piena, non c’erano pause, era molto agitato. Ricordo anche che ci fu un’interruzione e parlai con lui da solo. Mi disse quello che gli era stato promesso, ossia 400 milioni di lire fuori dal carcere e in località protetta. Il mio dovere fu quello di dire a Scarantino che erano tutte frottole. Perché ciò che poteva avere dallo Stato era quello previsto dalla legge”.
Importanti dichiarazioni dell’avvocato Luigi Li Gotti, chiamato questa mattina a deporre nell’ambito del processo per il depistaggio delle indagini sulla strage di Via D’Amelio, in cui vennero trucidati il magistrato Paolo Borsellino e 5 agenti della polizia di Stato, che si celebra a Caltanissetta.
Li Gotti ha aggiunto che “Scarantino, in un successivo momento, quando fece la ritrattazione, lo disse: “l’unica persona che mi aveva detto la verità era l’avvocato Li Gotti”. Sono imputati al processo, con l’accusa di calunnia aggravata, tre poliziotti: Mario Bo, Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo, secondo l’accusa, i tre avrebbero indotto, con minacce e pressioni, l’ex pentito Vincenzo Scarantino a rendere false dichiarazioni.
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