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“Dimmi cosa vedi”, i giovani orobici alla prova racconto del Covid

“Dimmi cosa vedi”, i giovani orobici raccontano il Covid-19

“Dimmi cosa vedi”. Una call per i giovani orobici ideata da Bergamo per i Giovani, 4G e Odissea. Un invito a scrivere, raccontare, esprimersi.

Pubblicato il 9 Giugno, 2020

Il Covid-19, all’improvviso, piomba nelle nostre vite. Il Covid-19 contagia parecchie persone, il Covid-19 fa soffrire e uccide, il Covid-19 ci terrorizza, il Covid-19 ci cambia la vita, il Covid-19 racconta e si fa raccontare. Se ne potrebbero dire tante di frasi, di pensieri, legati a questa pandemia che, già diversi mesi prima, cominciava ad affacciarsi e, dal 19 febbraio in poi, ha letteralmente travolto e fermato il nostro Paese.

La vita di noi italiani, non solo la nostra, è cambiata radicalmente. E’ cambiato, anche, l’approccio al quotidiano sotto un po’ tutti i punti di vista. Dopo aver assistito e pianto, impotenti come non mai, le tante vittime colpite dall’inquietante virus, oggi dobbiamo fare i conti con un percorso esistenziale, il nostro, che va avanti, ma non sarà mai più come prima. Dobbiamo uscire di casa, muniti di mascherina e guanti protettivi; se ci rechiamo sul posto di lavoro, al bar per una pausa cappuccino o caffè, a far la spesa o altrove, ovunque ci troviamo siamo obbligati a mantenere un certo distanziamento sociale.

Pagine e pagine nuove delle nostra storia sono state già scritte; tante altre sono ancora bianche, ma pronte ad essere riempite, anche dai nostri giovani. Più di qualcuno dice che, dopo gli anziani, i giovani sono i più colpiti dallo spauracchio Covid. Bambini, adolescenti, e ventenni. Non molte settimane fa, un vice-Preside di un Istituto Tecnico di Pistoia, ha scritto una lettera aperta invitando tutti a non trascurare i nostri giovani, la generazione più danneggiata e trascurata, a causa della pandemia. Generazione che, appena ieri, ha concluso e salutato un anno scolastico decisamente anomalo che, un domani, potrà raccontare ai propri figli e, molto più in là, ai nipoti.

Bergamo, colpita e ferita nell’animo dal Coronavirus, vuole dar spazio e voce a questa generazione X. E lo fa con una call. Un invito a scrivere, a descrivere quel che vedono ai tempi dell’incubo pandemia. Raccontare la società in cui vivono, cosa e quanto è cambiato, quali prospettive vedono nel futuro prossimo. Call dal titolo “Dimmi cosa vedi”, ideata da Bergamo per i Giovani con la collaborazione di 4G, inserto comune di quattro giornali appartenenti a quattro licei orobici, e Odissea. Il reportage che sarà tirato fuori dal cilindro, deve abbracciare uno di questi quattro temi: 1- ‘’Me e il mondo: uno sguardo introspettivo sul periodo’’, 2- ‘’Cittadinanza e solidarietà’’, 3- ‘’Scuola e istruzione’’, 4- ‘’Creatività in quarantena’’. Un’occasione per esprimersi in piena libertà, mettere in risalto la propria esperienza di vita, le sensazioni, i sentimenti, la visione soggettiva degli anni a venire. Tutto questo un’opportunità per fare, soprattutto, cultura.

“Dimmi cosa vedi”, i giovani orobici alla prova racconto del Covid 

Foto: macchina da scrivere, simbolo per antonomasia del racconto o storytelling
“Dimmi cosa vedi”, i giovani orobici alla prova racconto del Covid
Foto: macchina da scrivere, simbolo per antonomasia del racconto o storytelling

Saranno assegnati quattro premi, uno per ciascuna categoria. Il reportage che avrà il primo premio, sarà pubblicato sul sito dedicato ai giovani, www.giovani.bg.it, sulle pagine social di Bergamo per i Giovani. Altri documentari o reportage saranno, invece, pubblicati sul portale Eppen. Quest’ultimo, è una finestra d’informazione del celebre giornale, Eco di Bergamo. Le redazioni di 4G e Odissea daranno vita, insieme, ad un’opera finale, in parte giornalistica e in parte dedicata alla memoria storica. Alcuni dei temi trattati saranno scelti da 4G mentre altri argomenti saranno un po’ presi dal sito dedicato ai giovani bergamaschi. Dopo l’estate, seguirà una presentazione ufficiale delle opere e la loro diffusione nelle scuole.

Da una scuola che ha, appena, calato il sipario e nel modo più inverosimile a dirsi, a una nuova scuola. La scuola che vuole leggere, raccontare, evolversi, e progredire. Il tutto con la firma di piccoli scrittori giovani, creativi, magari i giornalisti del domani.

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