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Dino Giarrusso

Dino Giarrusso e l’inglese: “Fake totale su di me. Si potrà mai cambiare tutto questo?”

Pubblicato il 30 Ottobre, 2021

“Chiederò naturalmente una rettifica a Corriere e Repubblica a tutela della mia immagine, ma già so che qualunque cosa possano scrivere loro o scrivere io, ormai rimarrà in rete la mia “gaffe” (quale?) che adesso e come in un manuale della fake news campeggia su tutti i siti di informazione, giornali, social: un parlamentare che subisce la privazione di un diritto a causa di un problema dell’istituzione europea, diventa invece un incompetente che ruba lo stipendio. Questo nel giorno in cui viene bocciato il ddl Zan con Renzi assente perché in Arabia Saudita, viene condannato il presidente del Consiglio comunale di Palermo Orlando, e vengono fatte altre mille porcherie a danno degli italiani che però non hanno e non avranno spazio e visibilità nel nostro malatissimo sistema mediatico, impegnato a raccontare una fake totale su di me. Si potrà mai cambiare tutto questo?”.

Dino Giarrusso non le manda a dire e reagisce così all’interpretazione del video diventato virale e che ha reso l’europarlamentare Cinquestelle bersaglio di accese polemiche. Stiamo riferendoci a questo video.

“Martedì ero fisicamente presente in commissione Agricoltura come faccio sempre, quando mia moglie che stava poco bene mi chiede di tornare a casa – racconta il politico catanese – Sapendo che sarei potuto intervenire anche da remoto, decido dunque di tornare e seguire il resto della seduta a distanza, per la prima volta da quando le aule del Parlamento hanno riaperto. Noi parlamentari non conosciamo l’ordine degli interventi, ma abbiamo tempi di parola tassativamente contingentati: in questo caso mi spettava un minuto, dunque avevo scritto il mio intervento come sempre, per poter completarlo in 60 secondi. Si parlava della richiesta di protezione europea per il Prošek, un vino dolce croato. Richiesta che noi italiani contestiamo fortemente perché farebbe inevitabilmente concorrenza al nostro Prosecco. Personalmente mi batto con tutte le mie forze da oltre due anni per tutelare i prodotti italiani, e in questa battaglia a difesa del Prosecco il ministro Patuanelli, il governo e tutte le forze politiche italiane stanno lavorando compatte dando un’importantissima mano d’aiuto a noi che combattiamo questa battaglia in Europa. I colleghi De Castro, Lizzi, Bizzotto, intervengono prima di me, naturalmente in italiano, come sempre. Funziona così in Europa: gli italiani parlano in italiano, i tedeschi in tedesco, i croati in croato e così via: ci sono dei traduttori simultanei appositamente pagati per tradurre in tutte le lingue ogni intervento”.

“Il collegamento da remoto non può farsi con Skype o Zoom come ha ipotizzato qualche ignorante – spiega – ma si può effettuare solo con un software apposito fornito dalla UE, e con una chiave personale assegnata a ciascun deputato. Dunque si può ascoltare ed intervenire solo utilizzando quello specifico software con le proprie credenziali. Dopo oltre mezz’ora di riunione, mentre ascoltavo i colleghi, ricevo una telefonata da parte del segretariato, che mi avvisa che essendo collegato con iPhone NON FUNZIONERÀ LA TELECAMERA, a causa di un’incompatibilità fra la camera dell’iPhone (per lo meno così è stato martedì in commissione agricoltura) e quel software. La funzionaria mi chiede dunque in inglese – lingua che comprendo ma che non padroneggio affatto come l’italiano – se posso cambiare device, usare un PC o un iPad. Io le spiego che ho solo l’iPhone in quel momento e non posso cambiare device, e lei mi risponde che se è così il mio intervento sarà soltanto audio. Dopo circa un minuto da questa telefonata mi viene data la parola. Inizio a parlare e mi chiedono di attivare la telecamera, ed io spiego che non posso farlo perché appunto ho l’iPhone: in effetti il tasto che la attiva non funziona”.

“A quel punto vengo interrotto e mi si chiede -giacché non sono visibile- di procedere con l’intervento ma in inglese – continua – Provo al volo a tradurre il testo che ho scritto, ma mi rendo conto quasi subito di non essere in grado, dunque chiedo di poter fare comunque il mio intervento in italiano, come è mio diritto e come avevano fatto tutti i colleghi italiani che mi avevano preceduto. A quel punto non solo mi viene negata questa possibilità, ma addirittura mi si spegne l’audio, impedendomi di fatto di esercitare un mio diritto di parlamentare, che è quello di fare il mio intervento nella mia lingua. Mi arrabbio così tanto da tornare in parlamento (la seduta sarebbe durata altre due ore) lasciando mia moglie sola a casa, per fare valere questo mio diritto.T ornato in commissione parlo con il segretariato che mi spiega come i traduttori si rifiutino di tradurre se non hanno il labiale, dunque il video. Il problema è che nessuno ci ha avvertito PRIMA DELL’INIZIO DELLA RIUNIONE come avrebbero dovuto fare, che la connessione con l’iPhone impedisce l’attivazione della telecamera e di conseguenza la possibilità di intervenire nella propria lingua. Faccio notare rumorosamente che questa è di fatto una privazione dei diritti del parlamentare e scrivo una lettera di protesta al presidente della Commissione Agricoltura Norbert Lins e al presidente del Parlamento David Sassoli. Invio egualmente l’intervento che avevo preparato alle agenzie e insieme al collega De Castro -che su questo davvero si sta battendo come un leone- contatto nuovamente il Ministro Patuanelli per avvisarlo delle risposte insoddisfacenti della commissione riguardo il problema Prošek, e dunque della necessità di agire con ancora maggiore incisività a difesa del nostro Prosecco. Questi i fatti, spiegati per come sono andati”.

Dino Giarrusso

“Cosa succede invece il giorno dopo in Italia? La giornalista influencer Selvaggia Lucarelli pubblica i due minuti in cui inizio l’intervento e mi viene tolta la linea, Massimo Giletti ne fa un’interpretazione tutta sua in cui chiede “ma non ha Skype? Non sa accendere una telecamera? Così difendiamo i prodotti italiani?” e i quotidiani Repubblica e Corriere scrivono il falso parlando di “gaffe” e “figuraccia”: i social si scatenano, naturalmente arriva l’intera squadra dei picchiatori online di altri partiti (e non solo) supportata da notissimi esperti in merito al funzionamento del software in uso al Parlamento, quali l’intellettuale Luca Bizzarri che si dà di gomito con i soliti amichetti. Io da ieri ricevo -come al solito- insulti, minacce, violenza verbale a mai finire da haters di ogni colore, giacché questi campioni dell’informazione dicono a parole di voler combattere l’odio in rete, ma poi gettano benzina appena possibile senza nemmeno informarsi di come siano andate realmente le cose – conclude Giarrusso – Siamo dunque al paradosso: ad un parlamentare italiano peraltro presente a Bruxelles viene negato il diritto di fare il proprio intervento a causa di un difetto del software in uso rispetto al quale NON ERAVAMO STATI AVVERTITI, e in Italia si racconta una fakenews alcubo, dando la colpa al parlamentare vittima di questo problema informatico.Sia chiaro: è giustissimo che a tutti noi che rivestiamo ruoli istituzionali vengano fatte le pulci: se facciamo una cazzata ne dobbiamo rispondere eccome. Ma in questo caso NON ÈANDATA COSÌ, e sarebbe bastato chiamarmi e chiedere “cos’è successo?” ed io avrei risposto e spiegato. Evidentemente però l’interesse NON È RACCONTARE IL FATTO, ma ATTACCARE A PRESCINDERE. Vi invito a condividere questo post”.

Dino Giarrusso

Richiesta subito accolta da chi stima l’europarlamentare e condivide la sua articolata analisi di quel che è successo.

“Questi sono gli eventi di rilievo che interessano talk show di basso livello? è questo che vogliamo dare alla gente? fake news tra l’altro di infima qualità, che comunichiamo attraverso potenti mezzi di distorsione di massa? vabbè andiamo avanti cosi! Solidarietà a Dino Giarrusso”, scrive Domenico Basile.

“Caro Dino Giarrusso, con la tua solita chiarezza e correttezza esponi i fatti così come accaduti, ma sarebbe troppo bello costatare che chi ascolta capisca , purtroppo non è così, c’è troppa malafede in giro e l’onestà intellettuale non rientra nelle corde di tanti. Forza e vai avanti”, afferma Concetta Ambra.

“Dino Giarrusso è una persona seria che non merita questa indegna speculazione. Il livello del nostro giornalismo è diventato infimo”, stigmatizza Vittorio Fiasconaro.

Sono soltanto alcuni degli innumerevoli attestati di stima che stanno cercando di arginare la marea di offese, ironie e critiche all’ex Iena.

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