La chiamano droga degli zombie poiché trasforma le persone in esseri quasi inanimati con allucinazioni e stati paranoidi, con effetti devastanti sulla mente e sul corpo.
E proprio la droga degli zombie ha spinto Joshua Carney, un 28enne gallese, a compiere un atto orribile: stuprare la mamma e la figlia l’una davanti all’altra.
Joshua Carney era in carcere per una serie di furti con scasso, ma era stato liberato su licenza esattamente 5 giorni prima dell’aggressione.
I fatti risalgono alla mattina del primo marzo, quando il ragazzo alle 7:00 del mattino in uno stato descritto come “trasandato e caotico” ha bussato alla porte delle sue vittime, che non conosceva.
Come riporta il Wales Online il 28enne non aveva le scarpe e da entrambe le orecchie usciva del sangue. La donna residente nell’appartamento gli ha aperto la porta e l’uomo l’ha subito spinta dentro chiudendo a chiave, per poi chiederle “se avesse un ragazzo”.
La madre, per proteggere la figlia, ha pregato l’uomo che la stava violentando di restare al piano di sotto con lei. Le urla però hanno svegliato la figlia 14enne che, assistendo a quell’orribile scena, ha chiamato la polizia urlando che stava succedendo qualcosa di terribile.
Dopo aver stuprato la madre Carney è piombato completamente nudo nella stanza della 14enne, abusando anche di lei. Ha violentato entrambe le sue vittime una davanti all’altra, ribadendo più volte che dovevano rivolgersi a lui come al loro marito.
Poco dopo sul posto sono giunti i poliziotti e hanno arrestato l’uomo, il quale ha ammesso di aver assunto Md-Pv, una sostanza sintetica meglio nota come “droga degli zombie” che ha effetti molto più potenti della cocaina e che provoca aggressività e tachicardia. Il ragazzo ha inoltre riferito di non ricordare assolutamente delle orribili violenze che ha perpetrato nei confronti delle due donne.
Durante la lettura della sentenza dinanzi alla Corte di Cardiff la madre ha raccontato di essere stata costretta ad abbandonare la sua “bella casa”, teatro di una violenza raccapricciante che difficilmente dimenticherà. “Non ho dormito una sola notte da quel giorno” – ha confessato la donna – “ho incubi ricorrenti e flashback diurni”.
La vicenda ha rilasciato traumi indelebili e devastanti anche nella ragazzina 14enne, che ha detto: “Ormai dormo con un martello sotto il cuscino. Ho incubi terribili e posso sentire mia madre urlare. Ero sempre felice e sorridente, ma ora ho perso ogni fiducia nelle persone”.
Christopher Rees, avvocato di Carney, ha detto che il suo assistito è distrutto dal senso di colpa e disgustato da se stesso.
Durante la sentenza il giudice Tracey Lloyd-Clarke lo ha invece definito “pericoloso”, bollando la sua aggressione come “deliberatamente sadica, senza dubbio fatta per gratificare i suoi desideri sessuali perversi”.
È stato qualcosa da incubo – ha concluso – un reato così grave che è necessaria una condanna all’ergastolo”.
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