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incidente sul lavoro

Iniziativa sindacale della Cisl di Napoli nella giornata mondiale per la sicurezza sul lavoro con l'esposizione su un marciapiede di 27 caschi gialli, lo stesso numero di morti sul lavoro registato nella provincia partenopea nel 2017, 27 aprile 2018. ANSA / CIRO FUSCO

Due morti sul lavoro a Milano: “E’ una strage continua”

Pubblicato il 6 Maggio 2025

Tragedie in due contesti distinti: perdono la vita un giovane di 24 anni e un sessantenne

In una sola giornata (6 maggio) due operai hanno perso la vita a Milano in circostanze diverse ma ugualmente drammatiche. Le vittime sono Endrit Ademi, 24 anni, e Roberto Vitale, 60 anni.

Endrit Ademi cade da 12 metri in un cantiere a Lambrate

Endrit Ademi, nato in Kosovo e residente a Rovato (Brescia), è morto mentre lavorava su una facciata in via Bassini, zona Lambrate, precipitando da un’altezza di 12 metri. L’incidente si è verificato durante interventi su un palazzo, e non c’è stato nulla da fare per salvargli la vita.

Roberto Vitale investito in un deposito a Carpiano

Poche ore dopo, Roberto Vitale, un operaio di 60 anni che secondo la Uil era già in pensione, è rimasto ucciso in un deposito della DHL a Carpiano, nel Milanese. Dopo aver scaricato della merce, è stato travolto da una motrice condotta da un collega di 62 anni. L’impatto è stato fatale. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Melegnano e il personale dell’ATS.

Cgil: “Non bastano più i minuti di silenzio”

“È una strage continua” ha denunciato Vincenzo Greco, della segreteria Cgil di Milano, commentando i due incidenti. Greco ha sottolineato che non sono più sufficienti i silenzi e le promesse, ma servono interventi immediati e strutturali.

A Milano ci sono solo 20 ispettori del lavoro“, ha denunciato, invocando formazione, regole certe, responsabilità condivise e una cultura della prevenzione. “La sicurezza non può essere vista come un costo. Servono investimenti veri da parte di aziende e istituzioni”.

Maurizio Landini: “Non è un’emergenza, è una strage”

Il segretario nazionale della Cgil, Maurizio Landini, ha espresso parole durissime: “Non siamo davanti a un’emergenza, ma a una strage. Il profitto viene prima della persona“.

Landini, parlando da Pescara, ha ribadito come la logica che domina il mondo del lavoro sia sbagliata: “La persona è vista come una macchina, una merce sacrificabile. Bisogna cambiare modello produttivo“.

Il segretario, ha concluso affermando con forza la necessità di rimettere al centro la dignità, la vita e la salute del lavoratore, con provvedimenti concreti che non siano solo annunci.

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