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edicole votive

Le edicole votive della camorra: sequestrati gli altarini dedicati ai boss

Pubblicato il 21 Febbraio 2022

Undici edicole votive ritenute riconducibili a persone legate al cartello camorristico conosciuto come “l’Alleanza di Secondigliano” sono state sequestrate dai carabinieri e dalla polizia municipale di Napoli nei quartieri del Vasto-Arenaccia e di San Carlo Arena.

I carabinieri del comando provinciale di Napoli, con i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale e la Polizia municipale di Napoli, hanno, infatti dato il via all’esecuzione di un decreto di sequestro delle undici edicole votive, costruite occupando abusivamente il suolo pubblico, e in alcuni casi anche attraverso il danneggiamento di beni di interesse storico e archeologico

Le edicole votive

Infatti, noncurante del danneggiamento che avrebbero potuto provocare a beni storici e archeologici, la camorra ha allestito edicole votive dei clan anche su una colonna portante del tratto dell’acquedotto romano dei “Ponti Rossi”, nel quartiere San Carlo all’Arena di Napoli.

Le strade in cui sono state sequestrate le cappelle votive sono: via Sant’Antonio Abate 238, via Cavara, piazza Gravina, via Arenaccia 283, calata Capodichino, via Nicola Nicolini (Ponti Rossi), via Generale D’Ambrosio, via Filippo Maria Briganti, via Lorenzo Giusso, via Catapano, via Onorato Fava (rione Amicizia).

Dalle indagini, coordinate dal procuratore Giovanni Melillo, sono emersi nomi eccellenti circa la riconducibilità delle 11 edicole votive sequestrate oggi (così come riportato dall’Ansa): Pietro Licciardi, figlio di Gennaro, detto “a’ scigna”, fondatore dell’omonimo clan, il boss Patrizio Bosti e la famiglia Aieta, tutti importanti componenti dell’ “Alleanza di Secondigliano”.

Le indagini

Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Alessandra Converso e dal procuratore di Napoli Giovanni Melillo, sono partite dopo il sequestro di tre statue sacre del ‘600 (precedentemente collocate nella dismessa Chiesa “Santissima Maria del Rosario” di via San Giovanni e Paolo di questo capoluogo) ritenute nella disponibilità delle famiglie mafiose Mallardo-Bosti-Contini.

Le edicole votive sottoposte a sequestro sono state, poi, affidate al Comune di Napoli, anche e soprattutto al fine di consentire l’adozione dei conseguenti provvedimenti amministrativi.