“ E il fallimento di Rimateria sarebbe drammatico per il territorio e per la città di Piombino”

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Se n’è reso conto anche il Sindaco di Piombino che solo due anni fa, nella campagna elettorale più demagogica della storia della città, aveva dipinto proprio Rimateria come il male assoluto.


Fonte di malattie per i cittadini, di speculazioni economiche per i privati, di danni ai Comuni tanto da costituire una commissione d’inchiesta che ancora oggi attende un risultato e pretendere carotaggi, quasi a segnalare la mancanza di fiducia verso gli atti già compiuti dall’azienda e dalle autorità preposte e a voler dimostrare la pericolosità per la salute pubblica di quell’insediamento.
Con nessuna cautela e cura nei confronti di chi in quell’azienda lavorava e lavora e che oggi si trova di fronte al baratro di un fallimento che lascerebbe altre quaranta persone a casa e altre quaranta famiglie senza una prospettiva. 
Come se su questo territorio, sul fronte del lavoro, non ci fossero abbastanza problemi.

Oggi il fallimento dell’azienda sarebbe drammatico. 
Ma a nulla sono valsi gli appelli arrivati prima dell’approvazione della variante del settembre scorso che sottraeva parte delle aree di discarica e le destinava a verde pubblico e che segnalava una precisa intenzione politica. Quella della chiusura.
Un atto sostanzialmente inutile, senza possibilità di vedere mai la luce e sbandierato come una vittoria contro la discarica puzzolente e inquinatrice, un mantra da ripetere per convincere tutti delle nefandezze perpetrare da chi c’era prima. 

Forse nella convinzione, poi dimostratasi errata, che l’Aia sarebbe stata concessa comunque e che, di conseguenza, si sarebbe invertito il segno della variante, così da proseguire la campagna elettorale permanente e speculare nuovamente contro la Regione che nella narrazione dell’attuale amministrazione di Piombino è contro la salute dei cittadini.

Il gioco delle tre carte ora è finito e a nulla servirà dare la responsabilità alla Regione che impone restrizioni troppo severe che portano al fallimento o ai privati che non vogliono più investire in un Comune dove il Sindaco ha creato, fin dalla campagna elettorale, un contesto politico talmente avverso a quell’infrastruttura che qualsiasi investitore scapperebbe a gambe levate.

Siamo contenti che tutti abbiano finalmente compreso che Rimateria è un’infrastruttura importante per il territorio e che ora si discuta del piano industriale.  Abbiamo provato molte volte, sia come parte politica che come istituzioni, a chiedere che si discutesse del piano industriale e a dire che Rimateria sarebbe vitale per le bonifiche e per la ripresa siderurgica che noi pensiamo ancora che si possa realizzare.  A quegli appuntamenti però l’azienda deve arrivare viva. 

Non serve la retorica del dispiacere, serve un progetto condiviso da tutti.
E serve ora, perché venerdì si discuterà del fallimento di Rimateria.
Se, quindi, quelle frasi sono vere e non sono solo un modo per recuperare davanti a una situazione che precipita, si costruisca con estrema urgenza un percorso chiaro e impegnativo per tutti i soggetti chiamati in causa.

Che sia rispettoso della tutela ambientale del territorio e delle prescrizioni che riguardano la salute dei cittadini e che salvaguardi un’azienda che, modernizzata e spinta verso la sua vocazione originaria, può essere un valore aggiunto e non un problema.  Un piano che dia garanzie a quei lavoratori che non meritavano di essere additati come inquinatori e non meritano oggi di perdere il sonno per l’incertezza sul loro lavoro e sul loro futuro.”

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Barbara Noferi

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