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Fonte immagine: geosnews

[Esclusiva] Scarichi alla Playa, ecco come sta, davvero, il nostro mare. La voce dei protagonisti

In questi giorni fa discutere la questione relativa allo scarico di reflui industriale nel mare della Playa. Prossimo step lunedì.

Pubblicato il 19 Giugno, 2021

In questi giorni a Catania sta facendo parecchio discutere la questione degli sversamenti in mare alla Playa dei torrenti Fontanarossa e Forcile che alcuni sospettano provenire – stando alle deduzioni dell’assessore Fabio Cantarella – dagli stabilimenti della vicina zona industriale.

A Cantarella risponde Ignazio Ragusa, Presidente del Sib Sicilia, sindacato italiano balneare puntualizzando che, al momento, non vi sono ordinanze di chiusura o divieti di balneazione e ricorda come questi due canali siano stati analizzati, in passato (risultando non pericolosi) e, nell’intervista che segue, spiega come le acque di questi due torrenti siano state storicamente deviate, evitando in questo modo, lo sversamento in mare.

La balneazione delle acque è confermata anche con una nota del comune che è arrivata alle ore 9,20 di questa mattina (19 giugno)

“Le analisi effettuate sino ad oggi – si legge nella nota – dagli enti preposti, ma anche dall’Università per conto di Sidra, nelle acque dei canali di raccolta che sfociano in due punti diversi della Plaia, non pongono l’esigenza di particolari divieti, come quello della balneazione in mare. La riunione tecnica che si è svolta in prefettura su richiesta urgente del sindaco Pogliese ha confermato che allo stato non esistono rischi di sorta per i cittadini, poiché le acque dei canali non presentano, al momento, le caratteristiche tali per impedire la balneazione nella spiaggia di viale Kennedy. Tuttavia permane alta l’attenzione di tutte le istituzioni, in primis del Prefetto Librizzi, su una questione di fondamentale rilievo come la tutela ambientale di una delle spiagge più pregiate della Sicilia orientale, su cui è doveroso fare chiarezza, anche alla luce di interpretazioni talvolta fuorvianti. 

In questa sede non serve spiegare che si tratti di una vicenda a competenza plurima e che purtroppo gli impianti di depurazione attualmente esistenti non consentono uno smaltimento corretto delle acque, siano esse meteoriche che di scarichi reflui. Quello che conta è che i cittadini che si recano alla Plaia stiano in sicurezza, certi della massima attenzione degli organi preposti, sia tecnici che amministrativi, ma anche della Giustizia, in cui confidiamo pienamente per l’attribuzione delle responsabilità più adeguate nell’interesse dei cittadini”.

La questione ha chiamato in causa a sua volta quella relativa al potenziamento del depuratore di Pantano d’Arci e, ad essere in difficoltà, sono soprattutto i gestori degli stabilimenti balneari e i catanesi, che non sanno, effettivamente, in che condizioni di salute sta la spiaggia di sabbia cittadina.

La presidente di Legambiente Catania, Viola Sorbello, ha preannunciato che a breve verranno fatte dei rilievi e delle analisi specifiche con Goletta Verde per capire quale sia attualmente lo stato d’inquinamento della zona nella quale sono presenti i canali.

L’assessore all’Ecologia del Comune di Catania, Fabio Cantarella, ha parlato invece di un tavolo in Prefettura nella giornata di giovedì, nel quale erano presenti il sindaco Salvo Pogliese, l’assessore alla Mobilità e alla Zona Industriale, Giuseppe Arcidiacono, e quello al Mare e alle Periferie, Michele Cristaldi.

Cantarella ha ricordato come anche lo scorso anno sia stato notato come i canali fossero pieni malgrado l’assenza di eventi piovosi.

“Lo scorso anno a luglio – afferma Cantarella – due dei proprietari dei lidi della Playa mi fecero notare che i canali che sfociano in quella zona erano strapieni d’acqua senza che ci fosse stata pioggia. Così ho dedotto che potesse essere acqua derivante da reflui industriali e ho convocato sul posto la Direzione Ambiente, quella sulle Manutenzioni, la Protezione Civile, il Corpo Forestale, l’Arpa, la Capitaneria di Porto, la Polizia Ambientale, la Sidra, l’Irsap.

Ho chiesto se c’era una pericolosità in ciò e ho seguito tutto l’iter. L’Arpa ha fatto i prelievi e i campioni dell’acqua e io ho disposto di adottare i provvedimenti urgenti perché c’era un rischio idrogeologico, che è stato accertato data la mole d’acqua enorme.

Ma nessuno si attivò per attenuare questo rischio e così ho fatto una denuncia ai carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico e ho anche spiegato che l’acqua era finita dove c’erano i bagnanti. Quest’anno il problema si sta riproponendo e abbiamo discusso di tutto questo in occasione del tavolo in Prefettura di ieri, un tavolo convocato anche per capire di chi sono le competenze.

Abbiamo deciso di rinviare il tutto a lunedì (21 giugno), giorno in cui si pronuncerà il giudice riguardo al ricorso presentato dai gestori degli stabilimenti balneari“.

Dall’altra parte i più colpiti da questa situazione, i gestori dei lidi, che intervengono con il presidente Ignazio Ragusa, Presidente del Sib Sicilia, sindacato italiano balneare che ribadisce il fatto che i lidi sono regolarmente aperti e che non vi sia alcun divieto di balneazione perché le acque sono state analizzate e ritenute idonee.

Ascolta l’intervista audio di Ignazio Ragusa, Presidente del Sib Sicilia, sindacato italiano balneare

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