Pubblicato il 8 Maggio 2025
Nella foto: Alessandro D’andrea vittima della strage di Suviana
Una cifra giudicata “simbolica e offensiva” dai familiari di Alessandro D’Andrea, morto insieme ad altri sei operai
L’Inail ha stabilito un rimborso di appena 11.000 euro per la famiglia di Alessandro D’Andrea, uno dei sette operai deceduti nella terribile esplosione del 9 aprile 2024 presso la centrale idroelettrica di Bargi, sul lago di Suviana, in provincia di Bologna.
La decisione dell’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro ha suscitato profonda indignazione tra i familiari, che attraverso il legale Gabriele Bordoni hanno definito la cifra “una somma simbolica e quasi offensiva”, annunciando il ricorso contro la decisione.
Il ricorso in Cassazione: esclusa la compagna e le sorelle della vittima
Secondo quanto spiegato dall’avvocato Bordoni, la convivente di D’Andrea è stata esclusa dal rimborso in quanto non legalmente sposata, e anche le sorelle non avranno diritto ad alcun indennizzo. Per questo motivo la famiglia ha deciso di presentare ricorso in Cassazione, sollevando anche una questione più ampia:
“La legge 1124 del 1965 è ormai obsoleta, serve una riforma che garantisca indennizzi adeguati per tutte le vittime del lavoro”, hanno dichiarato i parenti.
“Non tutte le vittime lasciano alle spalle aziende o assicurazioni, serve una tutela concreta e uniforme. E soprattutto, bisogna puntare seriamente sulla prevenzione per evitare tragedie così frequenti”.
L’inchiesta: cinque indagati per la strage alla centrale Enel
Intanto le indagini coordinate dalla Procura di Bologna hanno portato all’iscrizione nel registro degli indagati di cinque persone, accusate di disastro colposo, omicidio colposo plurimo sul lavoro e lesioni colpose.
Cosa è accaduto il 9 aprile 2024
La tragedia si è consumata nella centrale Enel di Bargi, quando, durante un collaudo, un alternatore da 150 tonnellate si sarebbe sbilanciato, generando forti vibrazioni che lo hanno fatto uscire dall’asse. Secondo i primi accertamenti, una scintilla avrebbe poi innescato l’esplosione, avvenuta al nono piano della struttura, circa 60 metri sotto il livello del lago.
L’incidente ha causato la morte di sette operai:
Alessandro D’Andrea,
Adriano Scandellari, 57 anni,
Paolo Casiraghi, 59 anni,
Vincenzo Garzillo, 68 anni,
Pavel Petronel Tanase, 45 anni,
Mario Pisani, 64 anni,
Vincenzo Franchina, 35 anni.
Le famiglie delle vittime, oltre a chiedere giustizia, si stanno battendo affinché le istituzioni rivedano l’attuale sistema di indennizzo per chi perde la vita sul lavoro, denunciando l’inadeguatezza delle tutele attuali.