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“Essere Moana”, la docu-serie che rivela i misteri e i segreti della vita di Moana Pozzi

Pubblicato il 28 Luglio 2023

Moana Pozzi è stata una delle pornostar più famose d’Italia, capace di conquistare la fama anche al di fuori del mondo dell’hard. Fu anche conduttrice televisiva e politica, nonché una delle donne più desiderate d’Italia.

Su di lei aleggiano molti misteri, come la sua morte, che secondo alcuni sarebbe stata addirittura inscenata per ricominciare una nuova vita in qualche altra parte del mondo.

Moana Pozzi morì all’età di 33 anni e forse dentro di sé sapeva che la sua vita sarebbe stata breve, come dimostrano le sue parole in una storica puntata di Harem del 1993: “Sono una persona molto terrena: so che tutto potrebbe finire da un momento all’altro. Vorrei stare per sempre sulla Terra perché amo stare qui. Sono felice qui”.

Ancora oggi non c’è una lapide né una tomba, cosa che ha alimentato ulteriormente i sospetti e che ha contribuito a renderla un’icona di bellezza e sensualità.

A lei è dedicata la nuova docu-serie “Essere Moana”, prodotta da Verve Media Company per Warner Bros e disponibile su Discovery+ il 29 luglio e il 5 agosto e poi a settembre in chiaro su 9.

“Essere Moana”, la docu-serie che prova a svelare i misteri sulla vita di Moana Pozzi

La vita di Moana Pozzi è stata fatta di tante luci, ma anche tante ombre, e infatti il sottotitolo è “Segreti e misteri”, che hanno costellato la carriera artistica della pornostar.

La docu-serie fotografa la vita privata, ma anche la carriera dell’attrice hard che, nata in una famiglia borghese, ha studiato dalle suore e ha scandalizzato la morale cattolica, molto viva negli anni ’80 e ’90.

La regista Marina Loi ha descritto così la vita di Moana Pozzi: “La parabola di Moana è incredibile: la ragazza della buona borghesia che ha studiato alle suore approda, dopo un tentativo di sfondare nel cinema tradizionale, nell’hard, un mondo che l’ha lanciata ma che allo stesso tempo è stato rivitalizzato proprio dalla pornodiva”.

L’ingresso del mondo dell’hard

Come ha spiegato l’altra regista Flavia Triggiani, la serie è stata prodotta raccogliendo le testimonianze delle persone che l’hanno conosciuta: “Non abbiamo avuto l’occasione di conoscere Moana, quindi nella nostra docu-serie abbiamo dato voce a coloro che hanno, a vario titolo, avuto a che fare con lei: colleghi, amici, giornalisti, collaboratori e persino un agente segreto. Chiunque abbia parlato di lei l’ha dipinta come una donna intelligente, determinata, carismatica, oltre che di rara bellezza. Una star indimenticabile”.

Moana Pozzi ebbe un primo approccio nel mondo del cinema recitando piccole parti in Borotalco, dove girò una scena di nudo integrale, in Ginger e Fred di Federico Fellini e in Pompieri.

Il suo desiderio però era raggiungere la celebrità e riuscì a conquistarla proprio grazie al mondo dell’hard. “Voleva i soldi e voleva il successo. Parlava tre lingue, ma quell’onda la cavalcava con grandissima curiosità” – ha raccontato la sua amica Antonella Angelucci.

Da lì poi la scalata verso la fama dopo essere diventata la regina dell’hard, fino alla brutta malattia che la condusse alla morte in un ospedale di Lione nel 1994. Sono tanti i misteri che avvolgono la morte stessa di Moana Pozzi: dalle cause della morte (c’è chi parlò di Aids) alla data errata del certificato di morte fino alle sue ceneri (la cremazione a quel tempo era vietata).

Da quel che emerge dalla docu-serie è che Moana Pozzi voleva essere eterna e, a distanza di quasi 30 anni dalla sua morte, si può dire che è riuscita nel suo intento.