Fabrizio Miccoli è stato condannato in via definitiva a tre anni e sei mesi per estorsione aggravata dal metodo mafioso. La seconda sezione penale della Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’ex calciatore, confermando la sentenza emessa nel gennaio 2020 dalla Corte di Appello di Palermo, che ha accolto la richiesta del sostituto procuratore generale della Suprema Corte, Fulvio Baldi. Miccoli è accusato di aver chiesto a Mauro Lauricella, figlio di Nino, mafioso del quartiere Kalsa, la restituzione di alcune migliaia di euro all’imprenditore Andrea Graffagnini per conto del suo amico Giorgio Gasparini, ex fisioterapista del Palermo Calcio. La vicenda risale a oltre 10 anni fa e quei soldi erano frutto della cessione della discoteca Paparazzi di Isola delle Femmine. A ottobre Mauro Lauricella è stato condannato in via definitiva a sette anni per estorsione aggravata dal metodo mafioso. In alcune intercettazioni telefoniche raccolte durante l’inchiesta, Miccoli e Lauricella rivolgevano frasi ingiuriose nei confronti di Giovanni Falcone. “Quel fango di Falcone, quel fango di Falcone”. In un’altra occasione, i due furono intercettati mentre davano appuntamento a un amico usando queste parole: “Ci vediamo davanti all’albero di quel fango di Falcone”. Miccoli poi si scusò pubblicamente per quelle parole.
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