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FakeYou

FakeYou, l’app che mette a rischio opinioni e informazione

Pubblicato il 12 Ottobre, 2022

In Italia, soprattutto su Twitter e TikTok, spopolano gli audio con le voci di Gerry Scotti, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi.

Merito della piattaforma FakeYou, che consente di riprodurre, attraverso la tecnica del deepfake, qualsiasi voce si voglia.

Se in molti casi si tratta di commenti ironici, altre volte il contenuto è decisamente spinto e pesante.

Per questo motivo bisogna tenere presente i possibili rischi derivanti dall’uso di FakeYou, che potrebbe amplificare il rischio di sfiducia nelle istituzioni e nei media e allo stesso tempo contribuire alla disinformazione

Si tratta di una piattaforma creata da un team di sviluppo statunitense con a capo Brandon Thomas.

L’app è aperta a tutti e creare audio fake è un gioco da ragazzi: basta selezionare una voce dall’archivio e digitare il testo che si vuole mettere in bocca al malcapitato di turno. Tutto qui.

Al momento l’archivio italiano è piuttosto ridotto, ma c’è da scommettere su una sua rapida crescita, anche perché sulla homepage del sito si legge di un contributo economico per chi darà una mano in questo senso: “Ti pagheremo per aiutarci a costruire voci! Non abbiamo ancora abbastanza voci in questa lingua. Aiutaci a costruire i tuoi personaggi preferiti. Unisciti al nostro Discord e ti insegneremo come. Ti pagheremo anche $150 USD a voce!”.

Ma on si può parlare di FakeYou senza fare riferimento al deepfake, che una nota sul sito GarantePrivacy.it definisce come “foto, video e audio creati grazie a software di intelligenza artificiale (AI) che, partendo da contenuti reali (immagini e audio), riescono a modificare o ricreare, in modo estremamente realistico, le caratteristiche e i movimenti di un volto o di un corpo e a imitare fedelmente una determinata voce”.

Una tecnologia che va tenuta d’occhio perché gli usi malevoli che se ne possono fare sono sempre dietro l’angolo grazie alla diffusione di app e software che consentono di realizzare contenuti molto ben fatti semplicemente con uno smartphone.

Per prima cosa, ricorda la scheda informativa del Garante per la protezione dei dati personali, “quella realizzata con i deepfake è una forma particolarmente grave di furto di identità”.

È facile intuire che le persone che compaiono a loro insaputa in contenuti del genere, così come quelli di FakeYou, non abbiano più il controllo sulla loro immagine e perdano pure quello sulle loro idee. 

Quando poi i protagonisti dei deepfake sono esponenti politici si entra in un terreno ancora più scivoloso, dal momento che i contenuti in questione possono influenzare in maniera del tutto scorretta l’opinione pubblica.

E il risultato, tanto per cambiare, è la diffusione di fake news e di disinformazione.

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