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Febbre del Nilo

Febbre del Nilo: è morto uno dei pazienti bresciani

Pubblicato il 11 Agosto, 2022

La Febbre del Nilo continua a uccidere anche in Italia.

Un bresciano è deceduto dopo avere contratto la malattia provocata dal virus West Nile diffuso dalla puntura della zanzara.

La vittima era residente a Cigole, nella Bassa bresciana.

Era uno dei due pazienti più gravi dei quattro casi bresciani ed era ricoverato in ospedale.

Tre, i morti nell’ultima settimana, che portano il bilancio dall’inizio della stagione a 10 decessi: 6 in Veneto, 2 in Piemonte, 1 in Lombardia e 1 in Emilia-Romagna.

Tra i 144 casi di infezioni da West Nile virus nell’uomo, 87 hanno manifestato sintomi neuro-invasivi, 33 febbre, 23 casi sono stati identificati in donatori di sangue.

La sorveglianza ha inoltre confermato la presenza del virus negli animali: sono risultati positivi al virus 121 pool di zanzare catturati in Friuli Venezia Giulia, Veneto, Piemonte Emilia Romagna e Lombardia.

Identificati anche 41 uccelli positivi e 6 focolai tra equidi.

Non è stata, invece, rilevata positività per West Nile nelle aziende avicole.

Attualmente, il virus West Nile è diffuso nelle regioni temperate e subtropicali di Africa, Asia occidentale, Europa, Australia ed America.

In Italia, il primo focolaio di febbre del Nilo è stato confermato nella tarda estate del 1998 in Toscana; dal 2008, la circolazione del virus West Nile è stata segnalata ogni anno nelle persone, negli animali e nelle zanzare, in diversi territori italiani.

La febbre del Nilo viene trasmessa alle persone e agli animali, generalmente equini e uccelli, attraverso la puntura di zanzare infette.

L’infezione non si trasmette da persona a persona.

Le zanzare s’infettano quando pungono gli animali infetti. Il virus West Nile arriva alle ghiandole salivari e, a sua volta, può essere trasmesso con la puntura alle persone o ad altri animali, nell’organismo dei quali può causare la malattia.

Febbre del Nilo

In Italia, le specie di zanzare che più frequentemente possono trasmettere il virus responsabile della febbre del Nilo sono Culex pipiens s.l.Culex modestus e Ochlerotatus caspius mentre, come serbatoio di infezione sono state identificate oltre 70 specie di uccelli, per lo più passeriformi e corvidi.

Subito dopo essere stato inoculato nell’uomo, il virus West Nile inizia a moltiplicare nelle cellule di Langerhans del derma, quindi si diffonde attraverso il circolo ematico a tutti gli organi del sistema linfatico.

La viremia dura circa 10 giorni, con un picco a 4-8 giorni dalla puntura del vettore.

Il superamento della barriera ematoencefalica da parte del virus West Nile, determina l’evoluzione del quadro clinico verso gravi forme di meningite o encefalite.

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