Fedez, parla il chirurgo che l’ha operato. “Quella telefonata con Vialli che non dimenticherò”

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Fedez, come ha comunicato ieri dal suo letto d’ospedale, ha un tumore del pancreas. La stessa patologia ha colpito il dirigente sportivo, allenatore di calcio ed ex calciatore italiano (attaccante) Gianluca Vialli, che da tempo convive con il cancro.

Fedez a Vialli: “Fino a qualche giorno fa non ci conoscevamo nemmeno, poi una telefonata che difficilmente dimenticherò”

Queste le parole del rapper: “Grazie di cuore a Gianluca Vialli e in bocca al lupo per la partita di stasera (qualificazioni ai Mondiali, Azzurri contro la Macedonia, ndr). Fino a qualche giorno fa non ci conoscevamo nemmeno, poi una telefonata pochi giorni prima dell’intervento che difficilmente dimenticherò. Spero di poter dare un po’ di supporto alle persone così come tu hai fatto con me. Davvero con il cuore”.

Vialli: “Il cancro? Lo considero un compagno di viaggio”

Vialli ha scoperto di avere un tumore nel 2017. In un’intervista su Netflix, il dirigente sportivo ha dichiarato: “Lo considero, in questa fase della mia vita, un compagno di viaggio che spero prima o poi si stanchi e dica: ‘Ok, ti ho temprato, ti ho permesso di fare un percorso, adesso ti lascio tranquillo“.

Parla il chirurgo di Fedez: “Migliori possibilità di guarigione con le opportune terapie”

Fedez aveva dichiarato: “Ho scoperto di avere un raro tumore neuroendocrino del pancreas. Uno di quelli che se non li prendi per tempo non è un simpatico convivente da avere all’interno del proprio corpo“. Lo ha operato il professor Massimo Falconi.

Il primario di Chirurgia del pancreas del San Raffaele, in un’intervista a Repubblica, ha dichiarato: “I tumori neuroendocrini del pancreas sono una minoranza. Hanno una prognosi diversa, generalmente migliore, rispetto all’adenocarcinoma, il tumore al pancreas più famoso che purtroppo ha una pessima prognosi ancora oggi. Ma l’intervento non è la prassi: dipende da paziente a paziente, nonché dallo stadio in cui la neoplasia si trova nel momento in cui viene fatta la diagnosi. Il messaggio da dare è che si tratta di un tipo di tumore che, rispetto all’adenocarcinoma pancreatico, ha fortunatamente maggiori possibilità di cura“.

Si può guarire? “Si hanno migliori possibilità di guarigione con le opportune terapie. Ovviamente, tutto è connesso alla precocità della diagnosi: quanto prima questa avviene, tanto maggiori sono le possibilità di cura. Non è un messaggio ottimista, ma reale”. Si tratta di tumori che possono manifestarsi anche in giovane età. Oggi tecniche radiologiche ed endoscopia permettono di individuare anche lesioni ancora molto piccole.

Il primario: “come la serratura di una porta”

Falconi ha aggiunto: “I Net (Tumori neuroendocrini, ndr) sono stati i precursori della target therapy, le terapie oncologiche ‘personalizzate’ a bersaglio molecolare. Il motivo è che questo tipo di tumore produce un recettore ormonale che dal punto di vista terapico è come se fosse la serratura di una porta: inserendo la giusta chiave, siamo in grado di regolare la crescita delle cellule tumorali, rallentandola o arrestandola. Accanto a questa terapie, c’è poi la Prrt, un particolare tipo di radioterapia molecolare mirata, e le chemioterapie. Ci sono diverse opzioni terapeutiche, che consentono di avere una prognosi migliore a cinque anni per i pazienti: è una buona notizia“.

“Auguri papà, ti voglio bene, Leone”

Chiara Ferragni ha pubblicato le foto degli eventi trascorsi con il marito e con i figli, Leone e Vittoria. La bambina ha compiuto un anno il 23 marzo, il fratello maggiore invece quattro giorni prima. La blogger ha scritto: “Sabato scorso era il quarto compleanno di Leone”, poi ha allegato le immagini della festa con gli amichetti, a tema ‘Super Eroi’.

Ha aggiunto: “Avevamo organizzato una grande festa con tutti i suoi compagni di classe e amici, visto che non aveva mai festeggiato davvero gli ultimi due anni a causa della pandemia, ma abbiamo dovuto cambiarla il giorno prima: papà ha dovuto subire un intervento chirurgico martedì ed è stato importante non rischiare il Covid prima (per questo non sono state coinvolte così tante persone).

Quindi abbiamo avuto solo i suoi cinque migliori amici e la famiglia. Il nostro umore non era dei più festosi, ma alla fine è stata una grande festa per il nostro piccolo”. Ricordi dei quali essere grati, come ha fatto notare Chiara. Il bambino, giunto all’ospedale per vedere il padre, gli ha donato un disegno, nel quale si legge: “Auguri papà, ti voglio bene, Leone”.

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Redazione Nazionale

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