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Fermi illegali, minacce, torture, spaccio: 18 arresti Foto: carabinieri arrestati a Piacenza

Fermi illegali, minacce, torture, spaccio: 18 arresti

Una vera e propria organizzazione criminale, sgominata a Piacenza dopo una lunga indagine. In manette sei carabinieri e altre 12 persone.

Pubblicato il 22 Luglio, 2020

Fermi illegali, con prove false costruite a regola d’arte per inchiodare i presunti responsabili che, in realtà, non avevano commesso alcun reato. Diversi gli episodi di minacce, torture, estorsioni, e favoreggiamento dello spaccio di droga. Durante il periodo del lockdown, addirittura venivano fornite le autocertificazioni per consentire a diversi spacciatori di recarsi a Milano per l’acquisto della droga.

Una vera e propria organizzazione criminale, in perfetto stile Gomorra come riportato da diversi quotidiani, sgominata a Piacenza dopo una lunga indagine, cominciata grazie alla denuncia di un ufficiale dell’Arma dei Carabinieri che aveva lavorato nella città emiliana. Su disposizione del Procuratore capo della Repubblica, Grazia Pradella, e sono finiti in manette sei carabinieri e altre 12 persone. Il quadro accusatorio è molto pesante. Inquietanti le intercettazioni ambientali (Fonte intercettazioni: Corriere della Sera. Link articolo: https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/20_luglio_22/a-piacenza-caserma-orrori-sei-carabinieri-arrestati-torture-estorsioni-spaccio-droga-a8401f6e-cbef-11ea-81b7-8c245267730d.shtml) che riportano i dialoghi tra gli indagati, e che svelano cosa avveniva nella caserma dei carabinieri di Piacenza. Caserma che, per la prima volta nella storia d’Italia, è stata sottoposta a sequestro giudiziario. Il Giudice per le indagini preliminari ha convalidato il fermo di tutti e 18 indagati. Solo uno di loro è agli arresti domiciliari.

La serie di reati contestata è cominciata tre anni fa, nel 2017; il Procuratore capo della Repubblica, Pradella, commenta così questa lunga e difficile inchiesta: “Faccio un po’ fatica a definire questi soggetti dei carabinieri. Non c’è stato nulla o quasi nulla di lecito, per quello che abbiamo potuto percepire. Solo un militare della caserma sotto inchiesta non sarebbe, allo stato, coinvolto. I fatti sono di estrema gravità,ma non intaccano la fiducia che la Procura della Repubblica di Piacenza ha nei confronti dell’Arma dei Carabinieri. Quello che la Procura deve chiedersi e che deve chiedersi anche l’Arma è come sia stato possibile che un appuntato dei carabinieri con un atteggiamento in stile Gomorra abbia acquisito tutto questo potere”.

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