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Festa della Donna, il Coordinamento Donne Cisl Catania rivolge un pensiero alla popolazione ucraina

Il Coordinamento Donne Cisl Catania spiega come non si possa restare indifferenti di fronte alla guerra.

Pubblicato il 7 Marzo, 2022

Quest’anno il Coordinamento Donne Cisl Catania colora di giallo e blu il proprio 8 Marzo, perché pur non dimenticando negli anni i sacrifici e le conquiste politiche, sociali, economiche del genere femminile e di quanto lavoro ancora ci sia da fare per sconfiggere disuguaglianze e discriminazioni, non si può restare indifferenti ai drammatici e terribili eventi che stanno colpendo la popolazione ucraina, in particolare le donne.

“Per la delicatezza del momento politico-sociale che stiamo vivendo – si legge nella nota –, noi Donne del Coordinamento CISL Catania vogliamo far sentire alta la nostra voce, vogliamo dare il nostro aiuto, il nostro sostegno, alle Donne, Mamme Ucraine e ai loro bambini. Come Coordinamento Donne Cisl Catania ci mobiliteremo con ogni mezzo solidale per aiutare e sostenere le donne ucraine, e tutta la popolazione, ed è per questo che promuoviamo la raccolta di beni di prima necessità, insieme ad Anolf, Anteas e Artuage, presso la parrocchia San Gaetano (via S.Gaetano 13 – Quartiere Civita Catania). Un dovere morale, di umana fratellanza, che ci porta a sostenere con determinazione e orgoglio l’iniziativa di solidarietà della Cisl nazionale, per attivare un fondo che permetta ai lavoratori, alle imprese, a tutti i cittadini di dare il proprio contributo per realizzare programmi umanitari e aiuti a profughi e vittime del conflitto. Alle nostre generazioni, uomini, donne e giovani, diciamo di non dimenticare mai coloro che prima di noi hanno costruito la pace. E invece, ancora una volta una guerra. Ancora una volta atti di disumana violenza voluta e decisa da uomini. Diamo voce, forza e sostegno al grido di tutte quelle donne, madri, figlie, mogli sorelle, zie che, loro malgrado, si trovano a essere vittime e protagoniste della malvagità umana e, allo stesso tempo, rappresentano il volto del coraggio e di quell’amore incondizionato che protegge, con ogni forza e oltre ogni limite, la vita per sé, per i propri figli e per i propri cari”.

Slava Ukraïni!

“’Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che, anche quando non ci sei, resta ad aspettarti’, diceva Cesare Pavese – prosegue la nota –. Alle donne, che in questi giorni stanno vivendo il dolore del distacco dal loro focolare domestico, dai mariti, dai genitori, dai figli, dai familiari, desideriamo augurare di trovare la forza per affrontare questo triste viaggio e di poter ricongiungere, al più presto il proprio nucleo familiare nella loro nazione. Nel nostro percorso di sindacaliste, donne, lavoratrici, anche con l’intenso lavoro svolto in sinergia con l’Associazione Nazionale Oltre le Frontiere (ANOLF) di Catania, abbiamo avuto l’opportunità di incontrare molte persone, tante donne, costrette a lasciare la loro patria per fuggire dalla guerra e abbiamo avuto il privilegio di ascoltare le loro storie piene di nostalgia per ciò che si è lasciato. E conosciamo la fierezza e la determinazione delle donne ucraine: un connubio di onestà, tra i valori più importanti, onestà anche nei sentimenti, nelle relazioni e azioni, orientate alla famiglia; di autosufficienza, non amano fare affidamento sugli altri, sono indipendenti, pensano che la migliore ricetta per una famiglia felice sia quando una moglie è in grado di portare a casa un salario per sostenere la propria famiglia; di praticità, hanno i piedi per terra, non sprecano il loro tempo in cose futili e si assicurano sempre che tutto ciò che fanno abbia uno scopo. Lode alla donna ucraina che sfama un soldato russo prigioniero in lacrime. Lode al coraggio delle donne ucraine mentre portano i propri figli via, lontano dalla pazzia degli uomini assetati di potere, che passano sopra ogni credo umano. Immagini di donne che arrivano dritte al cuore di ognuno di noi. Immagini che raccontano, ancora una volta, di come la donna sia vita che dà la vita: la donna è la cura, la donna è la pace, la donna è sostegno. La dignità, i diritti e la libertà delle donne ucraine devono essere intrecciate alle nostre. La loro sofferenza è la nostra sofferenza. La loro speranza è la nostra speranza”.

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