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Filippo Turetta, la protesta nel carcere di Verona. Permessi e privilegi: “Lui è un detenuto vip?”

Pubblicato il Novembre 30, 2023

Nella giornata di ieri i genitori di Filippo Turetta hanno deciso di non incontrare il figlio, scelta dettata dalla necessità di avere prima un supporto psicologico. La figura di Turetta però sta iniziando a diventare ingombrante in carcere, dove i detenuti si stanno lamentando dei trattamenti di favore che secondo loro sta ricevendo il 22enne.

Le proteste dei detenuti

Dal carcere di Montorio si è sollevata la protesta degli altri carcerati che, tramite i loro familiari, si sono lamentati del fatto che tutti sono concentrati sull’assassino di Giulia Cecchettin e che “gli avvocati dei detenuti hanno fatto fatica ad incontrare i propri assistiti per colpa dei giornalisti/fotografi”.

Le testimonianze di alcuni parenti dei detenuti sono state raccolte dall’associazione “Sbarre di Zucchero” e la vicepresidente Micaela Tosato ha raccontato al Gazzettino che “i ragazzi dentro sono seguiti meno del solito perché, come ha detto un brigadiere al mio compagno, adesso bisogna pensare al nuovo arrivato vip. Che schifo, sono sempre più schifata. E stamattina l’assassino ha il permesso di incontrare i genitori, nonostante non sia giorno di colloqui per la sua sezione”.

I trattamenti di favore per Turetta: i permessi e i libri

Turetta al momento si trova nel reparto di psichiatria sperimentale, che non prevede alcun contatto con i familiari. Nonostante ciò al 22enne è stato concesso di incontrare i genitori, che hanno comunque rifiutato.

Inoltre è circolata la notizia che sono stati dati due libri a Turetta: uno di Agatha Christie e uno di Aleksander Puskin. “Dopo solo due giorni ha già libri da leggere e colloquio con i genitori?” – hanno tuonato i familiari dei detenuti.

Intanto l’avvocato Giovanni Caruso e la collega Monica Cornaviera hanno incontrato Turetta per decidere la linea difensiva da seguire dopo che sarà stato ascoltato dal pm Andrea Petroni.

Sulla vicenda è intervenuto anche fra Paolo Crivelli, cappellano del carcere, che ha chiesto silenzio sulla questione: “Bisogna rispettare il dolore delle persone che sono coinvolte in questa tragedia e lasciare che la giustizia possa fare con serenità il suo corso. Hanno bisogno di silenzio anche i magistrati per poter lavorare, non di pressione mediatica. I processi si fanno nelle aule giudiziarie e non sui giornali. Non credo che questo tipo di informazione aiuti il popolo italiano a crescere serenamente di fronte a questi drammi e a viverli serenamente”.

I selfie davanti casa di Turetta

Nei giorni scorsi Turetta ha dichiarato di aver paura di incontrare gli altri detenuti ma intanto ci sono alcune notizie che fanno rabbrividire. Come ha raccontato Il Corriere della Sera alcune persone si starebbero scattando dei selfie davanti alla casa di Turetta per avere delle foto-ricordo in un macabro turismo dell’orrore.

Una situazione agghiacciante che alimenta ulteriormente il clamore mediatico su questa terribile vicenda. La Procura di Pordenone intanto ha fatto sapere che ha aperto un fascicolo su Turetta per occultamento di cadavere che sarà inviato a Venezia, dove i pm dovranno decidere se contestargli l’accusa.

Le parole dello psichiatra

Sulla decisione dei genitori di non incontrare Filippo Turetta lo psichiatra Alberto Siracusano, ordinario di Psichiatria all’Università Policlinico Tor Vergata di Roma, si è espresso così ai microfoni de La Stampa: “Quando accadono, questi terremoti emotivi hanno un effetto “destrutturante” sulla persona e nei confronti del mondo circostante. È normale che chi è coinvolto cerchi un equilibrio emotivo prima di affrontare l’oggetto o il soggetto (in questo caso il figlio) del turbamento. È del tutto normale, anzi saggio, che si siano presi del tempo”.

Sicurano ha inoltre aggiunto che “questi due genitori faranno fatica a trovarsi di fronte a una persona familiare che però ora è completamente diversa, quasi estranea, avendo compiuto un gesto incomprensibile, lontano dagli insegnamenti. L’incontro con il proprio figlio diventa perciò una esperienza “perturbante” provocata dalla difficoltà di mettere assieme nei propri pensieri e nelle proprie emozioni un comportamento simile messo in atto da una persona che si pensava di conoscere bene”.

Che effetto avrà questa decisione dei genitori su Turetta? “Bisognerebbe essere nella sua mente – ha osservato Siracusano – ciò che è importante, comunque, è rispettare le scelte di tutti e trovare tempi e modi giusti per affrontare ciò che è successo attraverso l’incontro e il dialogo”.

Venerdì è prevista l’autopsia di Giulia Cecchettin, dopodiché sarà possibile procedere ai suoi funerali che si terranno nella basilica di Santa Giustina in Prato della Valle a Padova probabilmente sabato 2 dicembre.

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